In Italia il 10% di ricchi detiene il 50% della ricchezza. L’altro 90% della popolazione il resto.
La media borghesia fatta di liberi professionisti, di politici, di imprenditori, e da alcuni commercianti, ha una grossa fetta del restante 50%.
Chi lavora e ha una busta paga, o un pensionato ne ha una minima parte.
Le manovre perché si possano considerare eque, dovrebbero rispettare i parametri della ricchezza. Se non li rispettano, che siano fatte dai professori o dai bidelli non sono eque.
Analizziamo la manovra da trenta miliardi: se colpisse in modo equo il 50% dovrebbe essere a carico dei ricchi.
La realtà è che il loro apporto tra tassa sui beni di lusso, imposta di bollo sulle transazioni finanziarie, una tantum sui capitali scudati, è ridicolo.
Quasi tutto il peso è sopportato dai redditi bassi.
Il governo che ha preceduto questo era inimmaginabile che facesse pagare a chi, come loro, ha sempre vissuto a spalle degli altri: politici e partiti, enti pubblici, grandi evasori, possessori di misteriose fortune, mafiosi, tangentari, dirigenti e pensionati d’oro.
Già il fatto che almeno “lombrosianamente” si possa godere di un governo normale ci consola, ma non per questo deve farci applaudire una ricetta “vecchia come il cucco” che come fulcro ha: rapina ai pensionati, aumento di benzina e IVA, reintroduzione dell’ICI con la salvaguardia di edifici religiosi a scopo di lucro.
È vero che per fare le manovre servono i numeri e i soldi si possono prelevare solo ai soliti noti, ma nemmeno le lacrime della ministra Fornero, più eloquenti di mille parole, ci possono consolare.
Visto però che il nuovo presidente ci tiene alla sua nomea di non saper mentire, per risultare più credibile, allo slogan: rigore, crescita, equità, tolga l’ultima parola.
Il dubbio è che i sacrifici non servano a nulla e che senza un deciso intervento dell’Europa siano inutili.
Le credenziali che ci impongono potrebbero togliere momentaneamente le castagne dal fuoco per l’attacco all’Euro ma deprimere ulteriormente la domanda.
Togliere i soldi a chi ne ha di meno si è sempre dimostrato poco vantaggioso per tutti.
Un euro in più in tasca di un povero ha un effetto maggiore che lo stesso euro in tasca di un ricco, perché è più facilmente consumato.
Senza equità e senza crescita rimane solamente il rigore che, nonostante la buona volontà di chi è stato costretto a salire su un treno in corsa ed azionare i freni prima che deragliasse, potrebbe risultare insufficiente.
Negli anni tra le due guerre un astronomo dilettante Bresciano, Giovanni Paneroni nato a Rudiano, percorreva la città e la provincia, con il suo carretto da gelataio, al grido: “la terra non gira o bestie!”
Tre casi esemplari quelli che in nome della difesa dell’ambiente e del territorio hanno visto trionfare l’immobilismo e condannare la ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili..
Vanta titoli che non possiede, spaccia Master per Dottorati, è laureata in filosofia e non in fisica; è il duro attacco del giornale americano “New Yorker” alla passionaria indiana della lotta agli OGM. Dipinta come una ciarlatana non scientifica
Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico
Entrambi i termini dovrebbero avere connotazioni negative, tanto da essere il più delle volte assimilati, ma Claudio Magris sul “Corriere della Sera” salva gli egoisti e condanna gli egocentrici
Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardino”
«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»
Spianare le montagne è stata nei secoli l’aspirazione dell’uomo. Poeti e bambini sono di parere diverso: “sempre caro mi fu quest’ermo colle…” è l’incipit del poeta; favole e ricordi più belli dei bambini, hanno sempre a protagonisti boschi e montagne
Si è votato in tutta la valle e la maggior parte delle amministrazioni uscenti è stata riconfermata. Il cappello sulla vittoria di Nabaffa a Idro, l’hanno voluto mettere quelli che si autodefiniscono: “I salvatori del lago”. Chissà se questo porterà fortuna al Sindaco?