Un buco di 90 milioni è quanto dovranno ripianare le province di Verona, Brescia, Trento e i comuni circostanti per la gestione fallimentare dell'aeroporto di Montichiari.
Gli sprechi della “casta” che non siede in parlamento, era il titolo della puntata andata in onda mercoledì sera su “la 7”.
Questa volta nel mirino non solo i soliti noti del centro-sud, e nemmeno il vaticano, ma in una sorta “d’Italia unita dal malgoverno” l’inchiesta riguardava un nostro concittadino che alla carica di sindaco e assessore provinciale assommava un’altra decina di incarichi non ultimi la gestione degli aeroporti.
Lo scandalo dei piccoli aeroporti dove si annientano risorse pubbliche con tripli incarichi e nomine “ad hoc” per i raccomandati della politica, non trova nemmeno l’alibi che chi denuncia è “comunista”.
Il conduttore Gian Luigi Nuzzi, i servizi fatti dai giornalisti di “Libero” e il commentatore in studio, Massimo Muchetti (vicedirettore del “Corriere della Sera”, esperto di questioni economiche e bresciano), non possono essere tacciati di appartenere a formazioni politiche contrarie a chi siede nei consigli di amministrazione delle società “Catullo e D’Annunzio”.
Senza una gestione incompetente che l’ha ridotto a un colabrodo che perde 5 milioni all’anno, lo scalo di Montichiari poteva giocare un ruolo primario nello scacchiere del nord.
La centralità dell’aeroporto bresciano, il tessuto industriale e il flusso turistico, le piste migliori d’Europa, erano secondo Muchetti caratteristiche che dovevano preferirlo a “Malpensa”.
Voler fare un “Hub” in un aeroporto decentrato, anche se vicino a Varese e alla Svizzera, oltre a essere velleitario si scontra con la logica e la geografia.
Nonostante questa situazione e le perdite, denuncia la trasmissione, gli amministratori (che a detta di chi è stato presidente prima di questi vengono scelti come le figurine, per appartenenza), si sono aumentati i compensi, come se la produttività nulla avesse a che vedere con la loro funzione.
Forse qualcuno è rimasto “senza figurine”, o più precisamente “senza fedeli figurine” se gli incarichi al posto di essere distribuiti (a volte la sorte potrebbe giocare a favore della competenza) vengono dati tutti alle stesse persone.
Il rifiutare l’intervista da parte di Bontempi avalla le accuse.
Ma piuttosto di rispondere come Angeli (che ai 10mila e quattrocento euro di vitalizio mensile, aggiunge i 60.000 di compenso annui, per l’aeroporto, secondo lui tutti meritati) o come Bettinsoli che trova serio compiacere il collega valsabbino ed elogiarlo, anche se la sua opera ha ottenuto risultati sconfortanti, ha fatto bene a fuggire alle domande “de la7”.
Ha, se non altro, evitato: il ridicolo.
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