Una lotta tra forestieri per decidere se localismi e natura hanno sempre ragione.
Una disputa tra passato e presente che farà piazza pulita di certezze sedimentate, ma non indicherà alcuna via per il futuro, sono le questioni in campo.
Solo il caso ci dirà se l’uscita da questa crisi sarà più civile dell’entrata e il mondo che verrà migliore di quello passato.
Sembra che il collante sia l’ambientalismo e la ragione quella dei difensori della natura.
Il ritorno al diritto dei nativi, una lotta per i bufali e le praterie contro la locomotiva, un sabotare i macchinari, visti come concorrenti del lavoro umano, non portarono fortuna a chi li ha praticati.
Le guerre e la violenza prendono in genere il posto della politica che non sa decidere, lo sterminio degli indiani d’America poteva essere evitato, non era necessario, ma fermare la storia era impossibile allora come forse lo sarà per il futuro.
Agricoltura e industria hanno sfamato 7 miliardi di persone, decrescere non significa solo ridurre i consumi ma ridurre il numero di abitanti, un tempo ci pensavano guerre pestilenze carestie; se all’amore per l’ambiente si accompagna l’amore per la pace, sarà meglio attrezzarsi perché ciò non accada più.
Questo è passato, ma è meglio mantenerne il ricordo.
Il presente si gioca sul fronte dei localismi e del proprio cortile, che i “NO TAV” sono riusciti, intelligentemente, a far diventare il problema nazionale.
Il compito di trovare soluzioni è stato così delegato ai media, alla politica antigovernativa, agli antagonisti, agli anarco-insurrezionalisti, ai centri sociali, ai black bloc, alla destra estrema.
Ai diretti interessati solo il compito di tenere alta la tensione, con gesti come quelli del traliccio e i blocchi stradali.
Una lotta di forestieri del disordine (dipinti come il bene) contro i forestieri dell’ordine mandati a difendere la legalità (dipinti come il male).
Un’informazione in diretta talmente confusa da non disporre nemmeno dei dati per essere oggettiva.
La protesta dei ceti popolari ha trovato un’opinione pubblica disposta, al di là dei giudizi di merito, a mostrare comprensione, era già successo con i forconi, i tassisti, i camionisti.
Il pericolo per il futuro è per la democrazia.
Anche se un po’ acciaccata la nostra democrazia si articola nelle sue tre componenti: democrazia delegata (non ha una grande popolarità in questo momento perché la credibilità dei partiti è a livelli molto bassi), quella diretta dei referendum (il trovare scappatoie per non dar seguito alle pronunzie li ha indeboliti) ed infine quella partecipata (è quella che si manifesta in Val di Susa, minoritaria a livelli comprensoriali, ma in maggioranza localmente). Un giusto equilibrio garantisce l’esercizio dei diritti di ogni cittadino.
Abusare della prima porta alla partitocrazia ed alla casta, della seconda all’assemblearismo e al populismo, della terza ad un dominio delle minoranze.
Negli anni tra le due guerre un astronomo dilettante Bresciano, Giovanni Paneroni nato a Rudiano, percorreva la città e la provincia, con il suo carretto da gelataio, al grido: “la terra non gira o bestie!”
Tre casi esemplari quelli che in nome della difesa dell’ambiente e del territorio hanno visto trionfare l’immobilismo e condannare la ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili..
Vanta titoli che non possiede, spaccia Master per Dottorati, è laureata in filosofia e non in fisica; è il duro attacco del giornale americano “New Yorker” alla passionaria indiana della lotta agli OGM. Dipinta come una ciarlatana non scientifica
Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico
Entrambi i termini dovrebbero avere connotazioni negative, tanto da essere il più delle volte assimilati, ma Claudio Magris sul “Corriere della Sera” salva gli egoisti e condanna gli egocentrici
Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardino”
«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»
Spianare le montagne è stata nei secoli l’aspirazione dell’uomo. Poeti e bambini sono di parere diverso: “sempre caro mi fu quest’ermo colle…” è l’incipit del poeta; favole e ricordi più belli dei bambini, hanno sempre a protagonisti boschi e montagne
Si è votato in tutta la valle e la maggior parte delle amministrazioni uscenti è stata riconfermata. Il cappello sulla vittoria di Nabaffa a Idro, l’hanno voluto mettere quelli che si autodefiniscono: “I salvatori del lago”. Chissà se questo porterà fortuna al Sindaco?