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02 Gennaio 2013, 09.00

Terza pagina

Da Brecht a Khaled: gli «Eroi»

di Ziggy
C'è bisogno di eroi oppure no? Prendendo spunto dalla famosa frase che Bertold Breckt mise in bocca a Galileo, Ziggy ne ha trovato uno, il primo.

Ho riletto recentemente un celebre dialogo tra due personaggi della "Vita di Galileo" di Bertold Brecht, nel quale un suo allievo deluso esclama: "Disgraziato il paese che non ha eroi!", mentre Galileo risponde: "Felice il paese, che non ha bisogno di eroi!".
A tale dialogo ho deciso di ispirarmi, descrivendo le vite di alcuni uomini che, a mio parere, possono essere definiti eroi del nostro tempo.
 
La nostra società, il nostro mondo, hanno purtroppo, parafrasando Brecht, sempre più bisogno di persone straordinarie, coraggiose e intellettualmente vive le quali perpetuino quanto di meglio vi è nella civiltà e nella cultura umana.
Mi piace iniziare tale rassegna, in contrasto con il periodo attuale di importanti feste religiose cristiane, con un personaggio in realtà abbastanza distante dalla cultura cristiana e occidentale in senso lato.
 
Il mio "eroe" di oggi è Hadj Brahim Khaled, in arte Khaled, un cantante e compositore algerino.
Riporto testualmente da Wikipedia:
"Hadj Brahim Khaled (Orano, 29 febbraio 1960) è un cantante algerino, il più famoso di pop raï, genere musicale in cui si comprende la tradizionale musica algerina contaminata da elementi occidentali che la rendono più commercializzabile."
 
Khaled scrive e canta ottima musica,  certamente molti tra i lettori avranno ascoltato alcuni dei suoi pezzi più famosi, come Didi o Aicha.
Non per questo, certamente, Khaled è un eroe, ma perché, ha avuto il coraggio, in un paese martoriato dal fondamentalismo come l'Algeria degli anni '80 e '90, di parlare nelle sue canzoni delle donne e dell'amore, concetti vietati dall'Islam più radicale.
 
Cito ancora da Wikipedia: "I testi di Khaled sono progressisti e liberali e desiderano rompere i tabù dell'Islam; in particolare nel video del brano Didi vengono mostrate donne che ballano e si atteggiano in modo provocante.
Quando nel 1985 il governo algerino, in occasione del festival raï di Orano, molto popolare, decise di liberalizzarlo e dichiarò il raï "genere musicale tipico algerino", si scatenò la reazione dei fondamentalisti, che in risposta scagliarono la fatwa ad alcuni artisti raï, il che costrinse Khaled a trasferirsi a Parigi nel 1986 ed evitare di fare la fine dell'artista raï Cheb Hasni che decise invece di restare e nel 1994 venne assassinato."
 
Nonostante tutto ciò Khaled ha continuato a cantare dell'amore, delle donne, mostrandosi sempre nei suoi video con quella espressione gioiosa che testimonia il suo amore per la vita e per la musica.
Credo che la nostra società, il nostro tempo, abbiano sempre più bisogno di persone come lui, di donne e uomini coraggiosi che ci possano traghettare verso un futuro più ricco di tolleranza e di speranza.

Ziggy
 

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