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26 Novembre 2012, 09.00

Terza pagina

Oltre la democrazia

di Davide Bondoni
Oggi vorrei riflettere sul concetto di "democrazia". Questa è una parola di cui oggi spesso si abusa caricandola di significati che non le sono propri
 
La democrazia è un concetto astratto e formale, nel senso che non è in grado di tenere conto delle differenze tra gli individui.
Inoltre, la costituzione (implicata dalla democrazia) essendo il fondamento dello stato costituisce un metro di giudizio di fronte al quale valutare i cittadini.
Da questo punto di vista, è molto comodo. E' mister x colpevole? Se ha infranto una legge, sì, altrimenti, no.

Ad ogni domanda simile, la costituzione democratica permette di rispondere in maniera secca o sì o no. Non ci sono “ma” o indecisioni.
Ma appunto per questo suo aspetto formale, la democrazia può servire uno stato libertario ed uno totalitario.
L'unione sovietica si servì di una costituzione. Quindi, sfruttò i sistemi democratici per creare uno stato illiberale.

Ora, se la democrazia fosse realmente sufficiente, dovrebbe essere anche convincente. Nel senso che un cittadino di fronte ad una legge non può, democraticamente, essere in disaccordo, ma deve “sentirla” giusta.
Se ciò non accade, significa che la democrazia non è sufficiente. In questo disaccordo si cela la necessità della morale. La democrazia, infatti, non è sinonimo dei diritti umani.
 
Osservare che le leggi si possono cambiare significa travisare la democrazia.
Se essa si pone come fondamento, al posto della religione, e come metro di giudizio non può essere giudicata o svuotata del suo ruolo fondamentale.
O meglio, tutto ciò si può fare in una dimensione meta-democratica, cioè in uno spazio ulteriore dal quale si giudica la forma democratica.
Ergo, la democrazia da sola non basta. Lo stato non può basarsi solo su di un pezzo di carta astratto, ma va complementato dalla dimensione viva  e complessa della sua gente, con i suoi sentimenti e i suoi capricci.

Facendo un paragone suggestivo. Si pensi al polinomio seguente:

(1)   f(x) = a0 + a1xn + a2xn-1 + … + an-1x1 + x0

Cosa sono questi oggetti? Numeri? E chi l'ha detto? Possono essere qualsiasi cosa.
Io affermo solo che qualunque oggetto di quella “forma” è un polinomio. Allo stesso modo, la costituzione democratica è come (1).
Si riconosce dalla forma ma non dalla sostanza. A cosa si applichi e come si applichi questo la costituzione non può dirlo.

Del resto, è sufficiente la nostra costituzione per distinguerci dal popolo francese (anch'esso individuato dalla propria carta costituzionale)?
Già nell'ottocento si capì, che la democrazia non era sufficiente. Come qualsiasi altra forma di organizzazione non è definitiva e non costituisce l'ultima parola.
E' meglio uno stato totalitario, ma democratico, o uno stato libertario (che garantisca i diritti umani), senza costituzione e parlamento?

Io credo che uno stato non possa essere definito da delle regole formali, ma si debba basare sui sentimenti comuni di un popolo.
E' dal contesto della nazione che nasce la sua forma di governo. Questo contesto e non la democrazia fonda uno stato.
Se la democrazia viene inserita in questo contesto solo come strumento e non come termine ultimo di paragone, allora può tornare utile. 
Siamo passati da una mancanza di formalità ad un eccesso di formalità. E' giunto il tempo di aggiustare il tiro.

Davide Bondoni


- in foto: [E. Delacroix, La libertà guida il popolo]
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