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15 Maggio 2012, 10.00

I racconti del lunedì

Che cime sono quelle lì?

di Ezio Gamberini
Ah, che bei momenti si trascorrono con gli amici. E' successo anche qualche domenica fa...
 
In principio sembrava che alle due del pomeriggio ci dovessimo incontrare sulla strada che conduce in “Bosca”, per raggiungere e doppiare quell’amena località che risponde al nome di Parӧl, in territorio di Sabbio Chiese, percorrendo poi il sentiero che costeggia il fiume per tornare finalmente a casa.
Specialmente d’estate è un giro che facciamo spesso, portandolo a termine in circa tre ore, se manteniamo un buon passo.
A causa di qualche defezione dell’ultimo istante, però, è proposto un cambio di programma: “Contrordine, si va a Bergamo alta!” (Altissima! come direbbe Giovanni ad Aldo, in uno dei siparietti più gustosi del famoso trio di comici Aldo, Giovanni e Giacomo).
 
Verrà a prenderci Dario col macchinone da sette posti, insieme a sua moglie Susanna.
Hanno già provveduto a prelevare gli altri amici Elvio e Clementina, così Grazia ed io ci accomodiamo sui due sedili posteriori in ultima fila.
Si chiacchiera, si ride e si scherza, che delizia! Il tempo trascorre in modo straordinariamente veloce, tra scherni e lazzi; se qualcuno ci sentisse da fuori, si chiederebbe se siamo matti.
 
Le voci si accavallano e così per farsi sentire ognuno urla sempre più: “L’è mia, l’è tua!” e avanti così fino a quando ci avviciniamo a Orio, e per un secondo le voci si placano.
Susanna chiede a Dario, con voce “affettata”: “Che cime sono quelle lì?”, riferendosi alle creste imbiancate che svettano a nord; “La Presolana!”, sentenzia l’amico Elvio con aria saccente.
 
Passa un minuto e Dario, con una vocina in falsetto, comincia a tirare in giro la moglie: “Che cime sono quelle lì?” e poi: “Ma brava moglie”, omettendo il prosieguo che comunque si desume e più o meno recita così: “Ma guarda un po’ cosa t’inventi per stemperare i toni accesi del dialogo…”.
Così si va avanti un bel po’ con le “Cime”, e anche Elvio e Clementina ci danno dentro non male, sino a quando dico a Susanna: “Stasera, quando l’Inter perderà col Napoli, chiedi a Dario ‘Che centravanti è quello lì, Lavezzi?’”.
Dario, interista sfegatato in maniera smisurata, con aria truce mi risponde sgarbato: “Oh, vuoi tornare su questa macchina da Bergamo?” e giù a ridere sguaiatamente tutti quanti, anche più tardi quando visiteremo questa stupenda città in una giornata fredda e ventosa, ma tersa e luminosissima.
 
Non so spiegare come possa succedere, è quasi una magia, e giuro che non c’è alcuna premeditazione, ma è sufficiente un impercettibile sguardo tra me e Dario, e immediatamente “incolliamo” Elvio contro la parete dell’ascensore che dal terzo piano del parcheggio ci conduce in superficie, cominciando a fargli solletico da tutte le parti.
Il povero Elvio, quasi soffocando, con le vene del collo grosse come viti di trent’anni, tra mille patimenti non riesce a far altro che lanciare un urlo strozzato: “Disgrasiacc!”.
“E tu… tu…, tu sei un opportunista, una volta ti metti d’accordo con lui, l’altra con Lorenzo, poi con Tino o Umberto, ma sempre contro di me!”. “Io, io? Ma nooooo! – gli rispondo con infinita dolcezza e voce vellutata, mansueto come un agnellino - Scusa, se siamo in cinque o sei e quattro o cinque di questi decidono di “pestarti”, significa che hanno ragione, costituiscono la sacrosanta maggioranza, ed io do loro manforte, sono il paladino della legalità!”. 
 
Durante il ritorno in Valle Sabbia la tiritera delle “Cime” tiene ancora banco, sino a quando non ci lasciamo davanti a casa poco prima della partita che Dario non si perderebbe per nulla al mondo, e ci auguriamo una buona settimana, mentre dobbiamo constatare, con tristezza, che la bella giornata è quasi giunta al termine, così come questa storia “minima”.
Ah, dimenticavo, e l’Inter?  Per la cronaca, nel posticipo serale il Napoli ha battuto l’Inter per 1 a 0.
Gol di Lavezzi.


 
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