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24 Novembre 2012, 11.30

Terza pagina

Odifreddi il Torquemada fra i Torquemada

di Dru
È proprio vero, il pesce più grande mangia il pesce più piccolo, ma Odifreddi è proprio una bella faccia tosta, sentite cosa dice di La Repubblica

...proprio Odifreddi che non più tardi di un mese fa ha adoperato lo stesso tipo di trattamento nei miei confronti per argomenti molto meno violenti di quelli che hanno avuto lo stesso mio trattamento, la censura appunto.

Odifreddi come ultimo comunicato sul Blog che la piattaforma Repubblica.it gli ha riservato, dopo avergli censurato un blog sull'intervento israeliano su Gaza:

"Il non-senso della vita è iniziato il 31 agosto 2010, e ha cercato di gettare uno sguardo il più possibile razionale, e dunque non convenzionale, sugli avvenimenti che la cronaca proponeva quotidianamente alla nostra attenzione.
Lo stesso titolo del blog, nonostante la palese provocazione filosofica e teologica, intendeva programmaticamente indicare che gli spunti di meditazione e di discussione sarebbero stati scelti, in maniera idiosincratica, tra quelli che potevano essere considerati come “portatori di non senso”.

Per 809 giorni Repubblica.it ha generosamente ospitato le mie riflessioni, che spesso non coincidevano con la linea editoriale del giornale, e ha offerto loro l’invidiabile visibilità non solo del suo sito, ma anche di un richiamo speciale nella sezione Pubblico.
Da parte mia, ho approfittato di questa ospitalità per parlare in libertà anche di temi scabrosi e non politically correct, che vertevano spesso su questioni controverse di scienza, filosofia, religione e politica.

Naturalmente, sapevo bene che toccare temi sensibili poteva provocare la reazione pavloviana delle persone ipersensibili.
Puntualmente, vari post hanno stimolato valanghe (centinaia, e a volte migliaia) di commenti, e aperto discussioni che hanno fatto di questo blog un gradito spazio di libertà.
Altrettanto naturalmente, sapevo bene che la sponsorizzazione di Repubblica.it poteva riversare sul sito e sul giornale proteste direttamente proporzionali alla cattiva coscienza di chi si sentiva messo in discussione o criticato.

Immagino che il direttore del giornale e i curatori del sito abbiano spesso ricevuto lagnanze, molte delle quali probabilmente in latino.
Ma devo riconoscere loro di non averne mai lasciato trasparire più che un vago sentore, e di aver sempre sposato la massima di Voltaire: “detesto ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”.
Mai e sempre, fino a ieri, quando anche loro hanno dovuto soccombere di fronte ad altre lagnanze, questa volta sicuramente in ebraico.

Cancellare un post non è, di per sè, un grande problema: soprattutto nell’era dell’informatica, quando tutto ciò che si mette in rete viene clonato e continua comunque a esistere e circolare.
Non è neppure un grande problema il fatto che una parte della comunità ebraica italiana non condivida le opinioni su Israele espresse non soltanto da José Saramago e Noam Chomsky, al cui insegnamento immodestamente mi ispiro, ma anche e soprattutto dai molti cittadini israeliani democratici che non approvano la politica del loro governo, ai quali vanno la mia ammirazione e la mia solidarietà.

Il problema, piccolo e puramente individuale, è che se continuassi a tenere il blog, d’ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso, e dunque scrivo, può non essere gradito a coloro che lo leggono: qualunque lingua, viva o morta, essi usino per protestare.
Dovrei, cioè, diventare “passivamente responsabile”, per evitare di procurare guai.
Ma poiché per natura io mi sento “attivamente irresponsabile”, nel senso in cui Richard Feynman dichiarava di sentirsi in Il piacere di trovare le cose, preferisco fermarmi qui.

Tenere questo blog è stata una bella esperienza, di pensiero e di vita, e ringrazio non solo coloro che l’hanno ospitato e difeso, ma anche e soprattutto coloro che vi hanno partecipato.
La vita, con o senza senso, continua. Ma ci sono momenti in cui, candidamente, bisogna ritirarsi a coltivare il proprio giardino."

Firmato Torquemada (Odifreddi)

Per quello che può significare allora dico che non si preoccupi Odifreddi che le sue deliranti affermazioni su Israele viaggeranno in rete malgrado la volontà annientante di Repubblica.it e così io farò sapere domani ai suoi lettori che Odifreddi non è assolutamente diverso da loro in questo, diverso da loro in questo è la tecnica che come mezzi e procedure atte al raggiungimento di qualsiasi scopo è il penultimo salto per destino, luogo in cui non vi sono né servi né padroni, né pesci piccoli né pesci grossi, e spero un giorno di non avere lo stesso potere annientante di queste vili persone che siamo obbligati anche a sentire.

Dru
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