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10 Dicembre 2014, 12.41

BLOG: In servizio

Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare

di Roberto Zambonardi
Che cos’è il Servizio Civile? C’è chi lo considera un modo di difendere la patria, chi un’esperienza di cittadinanza attiva e solidale, chi una difesa della dignità e dei diritti delle persone...

...altri uno strumento per costruire la pace e la giustizia nel mondo, altri ancora un’occasione per approfondire le proprie conoscenze circa l’operato della cooperazione internazionale. 
Inoltre, la maggior parte di noi volontari spera che sia un’occasione per entrare, in punta di piedi, nel mondo della cooperazione allo sviluppo.

Io credo sia un pò ognuna di queste cose e al tempo stesso un’esperienza unica e personale differente per ogni volontario. Un’esperienza d’incontro e cambiamento!!!

Io ho incontrato Salinas e questa mi ha cambiato.
Ancora prematuro e difficile dire se in meglio o peggio. Io opterò per il meglio considerando ogni esperienza di cambiamento un’evoluzione, un “muoversi” attraverso paesaggi e persone che, prendendo e lasciando non sempre in eguale misura, migliora la consapevolezza di sé, di ciò che mi piace, della persona che vorrei essere.

Salinas è una parrocchia situata a nord di Guaranda a 3.550 metri di altitudine.
Con l’arrivo del sacerdote italiano Padre Antonio Polo, dal 1970 la Parrocchia di Salinas ha scelto il modello cooperativo come forma efficace e democratica per fronteggiare la povertà, l’emarginazione, evitare la migrazione dei suoi abitanti e migliorare le condizioni di vita della popolazione.

Salinas si è così trasformata in un centro produttivo agroindustriale che segue i principi dell’Economia Popolare e Solidaria.
Con Economia Popolare e Solidaria s’intende ”… forma d’organizzazione economica, dove i suoi membri, in forma individuale o collettiva, organizzano e sviluppano processi di produzione, intercambio, commercializzazione, finanziamento e consumo di beni e servizi per soddisfare necessità e generare ingressi, basati su relazioni di solidarietà, cooperazione e reciprocità, favorendo il lavoro e l’essere umano come oggetto e fine delle sue attività, orientate al “buen vivir”, in armonia con la natura…” (Ley Organica de la Economia Popular y Solidaria y del Sector Financiero Popular y Solidario, Ecuador, 2011).

La Parrocchia di Salinas comprende l’omonimo villaggio di Salinas e 30 comunità ubicate nelle aree circostanti (nella zona del páramo e del sub-tropico).
Ci troviamo nel páramo andino, zona bellissima ma aspra, dove a 6 mesi di piogge, che rendono i prati rigogliosi e di un verde “irlandese”, seguono 6 mesi di sole e forte vento, che portano il terreno e la vegetazione a seccarsi inesorabilmente.
I prati verdi brillanti lasciano spazio a distese marroni-gialle, le piante soffrono, l’acqua per le coltivazioni e il bestiame scarseggia, la pelle e le labbra si disidratano e la polvere diventa regina incontrastata delle strade.

L’aspetto e il carattere della terra sembrano per osmosi trasmettersi ai suoi abitanti, riservati e chiusi al principio, ospitali e disponibili una volta stabiliti legami più profondi.
La zona del sub-tropico è completamente diversa, calore e luce la caratterizzano, la vegetazione cambia totalmente e con lei il carattere delle persone, più aperte e festose. Con la sua diversità, Salinas costituisce un micro-universo affascinante, dove le differenze s’integrano e scontrano.

Al momento, a Salinas sono presenti 7 realtà istituzionali tra corporazioni, cooperative, associazioni e fondazioni impegnate in diverse aree: produttiva, sviluppo rurale, sociale, artigianale ed erogazione del credito.

Io sono impegnato nella Fundación Familia Salesiana, fondazione che si occupa di organizzare iniziative di carattere sociale e che ha tra i suoi obiettivi quello di supportare l’infanzia e la gioventù nell’area educativa, di salute ed evangelizzazione.
Principalmente, durante tutti questi mesi sono stato impegnato nelle attività della Casa Juvenil, un nuovo spazio inaugurato da circa un anno con l’intenzione di promuovere attività educative, formative e ludiche che rispondano adeguatamente ai bisogni della gioventù Salinera.

Concretamente, sono impegnato nella realizzazione di laboratori creativi con i giovani tra i 10 e i 14 anni.
Inoltre, aiuto nella gestione della serra della Fundación Familia Salesiana (il progetto prevede l’adeguamento di questo terreno perché possa ospitare una fattoria educativa) e appoggio la Junta Parroquial nel processo di legalizzazione dell’ufficio turistico e per migliorare e differenziare l’offerta turistica di Salinas.
Questi sono i principali ambiti d’intervento che hanno caratterizzato la mia esperienza di servizio civilista, anche se in realtà le attività in cui sono stato coinvolto sono state delle più svariate, ognuna affrontata con la disponibilità e flessibilità che dovrebbe caratterizzare un volontario.

Salinas è stata e continua ad essere un’esperienza intensa,
difficile e unica.
Vivere in un paesello di 800 abitanti, con i suoi ritmi, regole e pettegolezzi è entusiasmante e stressante allo stesso tempo.
Un giorno godi della dimensione famigliare che lo caratterizza, delle chiacchere scambiate con la signora del pane e della lavanderia, della spontaneità di un “Que Tal? Como le va?” ricevuto per strada da uno sconosciuto; il seguente vorresti coccolarti nell’anonimato di una grande città, dove nessuno ti conosce e dove non esiste questa matassa di relazioni personali, parentali e lavorative difficile da decifrare e che influenza la qualità del lavoro e fa dubitare della sincerità di alcuni rapporti.

Ma questo fa parte della nostra condizione di gringo,
attributo difficile da cancellare o per lo meno da dimenticare temporaneamente.
In qualche modo, gli stranieri passati prima di noi forgiano una rappresentazione che ci troviamo marchiata ancora prima del nostro arrivo.
In ogni modo, tutte le difficoltà non possono competere con la ricchezza e le soddisfazioni che caratterizzano quest’esperienza; dai nuovi posti esplorati alle nuove relazioni coltivate, dalle difficoltà affrontate alle sicurezze costruite o rafforzate.

Lo stesso vivere in un paese in crescita come l’Ecuador ti fa sentire partecipe di un’epoca di cambiamento
, dove ancora esiste la possibilità di immaginarsi modelli di sviluppo alternativi al capitalismo e desiderare una società più giusta. I giovani sono considerati una risorsa e i sogni trovano lo spazio per librarsi in volo, senza essere disintegrati sul nascere dalle parole crisi, debito, disoccupazione.

Naturalmente, le contraddizioni sono presenti e sono forti, le “rivoluzioni” costano e non è sempre possibile salvaguardare i principi che le hanno ispirate ed è necessario scendere a compromessi con le regole di mercato che regolano un’economia globale, si vedano il caso della concessione all’apertura di nuovi settori del Parque Nacional de Yasuní per l’estrazione petrolifera o le autorizzazioni concesse per potenziare l’estrazione miniera nel Valle de Intag.

Le disuguaglianze sociali sono ancora marcate
ma sembra che il governo stia lavorando per ridurle e per generare meccanismi che permettano una più equa distribuzione della ricchezza.
Salinas è il riflesso di tali contrasti e contraddizioni. Una piccola realtà rurale che riscattò la propria condizione di povertà attraverso la costruzione di un modello d’economia popolare e solidaria basata sul cooperativismo e il lavoro comunitario. Un percorso che dura da più di 50 anni e che ha portato alla nascita di un centro produttivo ammirato a livello nazionale e internazionale.
Una realtà che però ha sacrificato alcuni dei suoi principi ispiratori per competere all’interno di un mercato globale, e ha preferito un rapido profitto alla protezione di risorse naturali e valori che garantiscono una maggiore qualità della vita.

Probabilmente, l’ingordigia fa parte della nostra natura, un vizio umano che inevitabilmente insorge in seguito al soddisfacimento delle necessità basiche.
Solo dopo aver raggiunto la punta della montagna del consumismo si diventa consapevoli di quello che si è dovuto sacrificare, che forse non ne è valsa la pena e che la felicità dipende più dalla qualità delle relazioni umane che dalla quantità delle cose che possediamo.

Il mio augurio è che Salinas possa ritornare ad essere un pueblo ispirato ed ispiratore
, un incubatore d’idee innovatrici che tracci vie alternative di sviluppo volte a garantire una migliore qualità della vita. 

…Tu puedes en términos relativos ser autor del camino de tu propia vida...Nada vale mas que la vida, luchen por la vida, por la felicidad! Y la felicidad es darle contenido a la vida…La vida no es solo recibir, es ante que nada dar algo de los que tenemos…La vida es un aprendizaje continuo…Tengo la confianza de que el hombre es capaz de construir sociedades infinitivamente mejores, si tiene el coraje de mirar el rumbo de las sociedades más antiguas…para aprender la generosidad que implica la defensa de la vida para entender lo más simple: para ser felices necesitamos la vida de los otros…El mundo que tengamos será el que seamos capaces de lograr…”
Josè Mujica – Presidente Uruguay – Discorso all’UNASUR del 5 Dicembre 2014.

.in foto: Laguna Colorada, Bolivia; sfilata di bambini boliviani a Potosì; donna a Isla de Sol, lago Titicaca, Bolivia; donna che conduce una barca di totora, Isla de los Uros, Lago Titicaca, Perù.


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