Un post di Giueppe Pagani da uno dei Paesi con la più alta concentrazione di biodiversità al mondo, focalizzandosi su un progetto di agricoltura a Casablanca
“¿No es absurdo sacrificar a la naturaleza y a la gente en los altares del mercado internacional? En ese absurdo vivimos; y lo aceptamos como si fuera nuestro único destino posible” Eduardo Galeano
Le settimane trascorse dal mio ultimo post sono state piuttosto intense e mi hanno permesso, per motivi di lavoro ma non solo, di ammirare la meravigliosa (bio)diversitá che il Perú è capace di offrire.
L'oasi di Huacachina nel bel mezzo di deserto, le spiagge brulicanti di pinguini della riserva naturale di Paracas, la pittoresca cittá afro-peruana di Chincha, le formazioni geologiche di Torre Torre, il ghiacciaio Huaytapallana a 5000 metri di altitudine, le lagune sparse tra i monti della regione Junín, le comunitá andine (in odore di selva) di Andamarca e Santo Domingo de Acobamba.
Purtroppo questo patrimonio non viene sufficientemente tutelato e l’attivitá umana ne mette continuamente a rischio l’esistenza. Il cambio climatico, provocato al 95% dall’uomo, porta allo scioglimento dei ghiacciai e alla scomparsa delle lagune; mentre l’industria minera, difesa a spada tratta dallo Stato, è la principale causa di inquinamento di acqua e aria.
In questi casi la lotta è ardua: contro natura (da noi stuprata) e potere, si sa, c’è poco da fare. Altre situazioni mostrano però l’importanza e l’efficacia dell’educazione ambientale e il contributo che tanti piccoli gesti possono apportare al bene comune.
Una miglior gestione quotidiana dei rifiuti, politiche di prevenzione in tema di inquinamento e consapevolezza diffusa dell’importanza dell’ambiente sono alcuni degli obiettivi della Mesa de Dialogo Ambiental, ente presso il quale sto svolgendo il mio Servizio Civile.
Proprio grazie a una visita organizzata dalla Mesa sono stato testimone di un esperimento molto interessante. Non lontano dal centro di Lima, nella Valle del Rio Lurìn, gli ingegneri agronomi Carmen Felipe-Morales e Ulises Moreno hanno dato vita a “La Bioagricultura Casablanca”, una proprietá di appena un ettaro trasformata in un centro di produzione e investigazione specializzato in agricoltura sostenibile, ecoturismo ed educazione ambientale.
Casablanca rende omaggio all’incredibile varietà naturale del Perù, uno dei dieci Paesi più biodiversi al mondo, ospitando moltissime specie animali e vegetali differenti, tipiche non solo della costa ma anche della selva e della zona andina.
L’idea di agricoltura convenzionale, basata su pesticidi e fertilizzanti chimici, viene rifiutata, a favore di tecniche agricole ancestrali e concimi naturali. Attraverso una tecnologia semplice ma efficace, i proprietari ricavano metano dalla decomposizione di escrementi di porcellino d’india, pratica che ormai da decenni garantisce loro luce e gas ogni giorno.
Carmen e Ulises sono pronti ad accogliere e a condividere con chiunque la loro esperienza e le loro conoscenze, messe al servizio di un’idea sostenibile di vita e di lavoro.
Purtroppo, dopo aver ascoltato un lungo discorso sull’inutilitá della ricchezza materiale, si è scoperto che il prezzo d’entrata era tale da permettere ai proprietari di guadagnare in una giornata quanto un peruviano medio in un mese; e chiacchierando con l’ingegnere al termine della visita la passione mostrata precedentemente è parsa un po’ costruita. Ecco che istituzionalizzazione, profitto e noia possono macchiare anche il più puro dei sogni ecologici.
A Casablanca comunque, come del resto in tutto il Paese, si respira un’atmosfera di grande tranquillità e quell’assoluta mancanza di ansia (prodotto tipico occidentale) che permette ai peruviani di affrontare con spirito positivo tutte le difficoltá che sorgono di giorno in giorno. Hay que aprender.
Nelle foto, dall'alto in basso: Huayatapallana; Torretorre; Andamarca; Casablanca.
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