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03 Gennaio 2015, 08.30

Psicologia & Benessere

Il paradosso dell'abbondanza

di Gianpiero Rossi
L’abbondanza di cibo, che contraddistingue specialmente il periodo delle feste, contribuirà a peggiorare l'epidemia di obesità che colpisce anche noi italiani o a contribuire al nostro sovrappeso

Una delle spiegazioni fornite a questa epidemia è che durante secoli di penuria ci siamo evoluti per immagazzinare combustibile più efficiente per sopravvivere.
Pertanto, il nostro attuale ambiente alimentare abbondante ci fa accumulare peso più facilmente.

Ma aspetta... Quando il cibo è così abbondante, non dovrebbe essere il contrario?

Il paradosso dell'abbondanza è che più cibo abbiamo, meno eccesso di cibo dovremmo avere, cioè meno ragioni per mangiare.
Ciò che queste notizie spesso trascurano è che non è solo la nostra biologia a provocare aumento di peso, ma è anche la nostra psicologia.

Abbiamo interiorizzato vecchie convinzioni di scarsità da parte dei genitori, oppure viviamo la scarsità delle diete continue o dei salti pasto e la pubblicità ci spinge a un eccesso di consumo, anche se il cibo è abbondante.

Le feste sono solo un'esagerazione di questo fenomeno, aiutate da pensieri come:
• Godiamoci oggi, domani sarò a dieta.
• Si tratta di un'occasione speciale.
• Tutti prendono peso durante le feste.
• Ho pagato per questo.
• E 'gratuito.
• Sii una brava ragazza e mangia tutta la cena.
• Non sprecare il cibo.
• Finisci il piatto o non prendi il dessert.
• Ci sono bambini che muoiono di fame in _______________.
• Prendo la mia parte ora prima che qualcun altro prenda l'ultimo pezzo.
• Mi merito questo.
• Potrei non avere un'altra possibilità di mangiare fino a tardi.

Accanto a questi pensieri comuni vi sono consigli classici che rispuntano nelle feste, come: "Usa un piatto più piccolo quando passi attraverso il buffet". Naturalmente questa strategia funziona; hai imparato a pulire il piatto, in modo che più piccolo è, meno mangi.
Il problema è che se non si cambia la convinzione di fondo sul pulire il piatto ad ogni costo, quando si è serviti su un piatto grande, ci si può comunque sentire “costretti” per abitudine a pulirlo! (ma non certo a ripulire il corpo di grassi inutili).

La chiave per questa terra di abbondanza è di riconoscere il paradosso e imparare di nuovo a utilizzare i segnali naturali di fame e sazietà per guidarci alla ragionevole quantità.
Se non riesci a regolarti vi sono varie accortezze su che cosa fare se hai esagerato, per non aggravare la situazione.

Nelle mie sedute introduco le persone a mangiare in modo consapevole
insegnando loro a farsi domande come: "Sono affamato? Quanto?" prima di iniziare (o continuare) a mangiare.
Questo crea spazio tra l'impulso e l'azione in modo che possiamo fare la domanda critica: "Perché continuare?"

Con la prima si esaminano le convinzioni, i pensieri e i sentimenti che guidano i loro comportamenti e possono quindi lavorare sulla loro sostituzione con convinzioni più efficaci come:
• C'è un sacco di cibo e non c'è bisogno di mangiare tutto ora.
• Se continuo a mangiare, mi sento a disagio e preferisco stare bene.
• Salvo lo spazio per il dessert.
• Quando sono di nuovo affamato, mangerò di nuovo.
• Il cibo ci sarà quando ne ho bisogno.

In particolare per le feste vi sono tanti altri accorgimenti per non eccedere cui si rimanda.
Spero di esservi stato utile.

Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica
Lumezzane - tel. 030 82 64 09
Body Mind Center, Salò - tel. 0365 21 318
gprossi@intelligenza.it
www.magrapersempre.it

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