È di piacevole lettura il libro su Agnosine, curato dal nostro direttore (Ubaldo Vallini) e da Giancarlo Marchesi; scritto a più mani da Mauro Abati, Alfredo Bonomi, Enzo Giustacchini, Gian Carlo Marchesi, Ubaldo Vallini
Parecchi gli argomenti trattati come suggerisce il titolo e sottotitolo: Agnosine Ieri e Oggi, Storia, Economia, Società, Arte e Paesaggio.
La parte economica, seppure di stretta osservanza locale, riflette una situazione più generale dell’industria italiana che ha trovato nella valle la sua massima espressione.
Tutte le virtù e i difetti di un’industria diventata grande che, proprio per le sue dimensioni, ha perso efficacia e capacità di stare sul mercato.
È una disamina della nascita dello sviluppo e della fine della manifattura locale, causata dalla crisi, ma non solo, quella analizzata da Giancarlo Marchesi. Che inizia dal tessile della bassa valle e investe via-via il siderurgico e l’ottone.
Due casi particolari con molti punti in comune sono la realtà vestonese dell’Ave e la Reguitti di Agnosine. Entrambe operano in settori diversi dai tradizionali, hanno un contenuto tecnologico elevato si sono servite, nei tempi migliori, del contributo di eccezionali designer di livello mondiale (Artisti internazionali quali Getulio Alviani o architetti del calibro di Gio Ponti collaboravano con le industrie valsabbine per disegnare interruttori e mobili).
Il loro crollo o ridimensionamento non può perciò essere ascritto a quel fenomeno generale di perdita di mercato basato sulla mancanza di innovazione di processo o di prodotto, ma a scelte sbagliate del management .
Queste alcune interpretazioni che si ricavano dal racconto di Marchesi che si sofferma con particolare attenzione sulla Reguitti e la Rivadossi segnate dal medesimo destino.
Quello di essere state la ricchezza e il prestigio del paese ed essere oggi un inutile manufatto da smantellare senza saperne la destinazione e l’uso.
Il cambio di paradigma indispensabile per poter crescere e rimarginare le ferite si coglie nelle parole conclusive di Giancarlo:
“Il processo di adattamento dell’industria locale è iniziato con ritardo e ha coinvolto una quota ancora insufficiente di imprese.
Tuttavia le aziende che sono state capaci di adottare strategie innovative e di diversificazione dei mercati e innalzamento della qualità dei prodotti hanno mostrato risultati migliori, anche nei settori tradizionali.
È importante che questo processo di ristrutturazione si allarghi e sia sostenuto dal sistema bancario, con le strutture e le professionalità adeguate a sfide che si giocano in primo luogo sui mercati internazionali”.
Negli anni tra le due guerre un astronomo dilettante Bresciano, Giovanni Paneroni nato a Rudiano, percorreva la città e la provincia, con il suo carretto da gelataio, al grido: “la terra non gira o bestie!”
Tre casi esemplari quelli che in nome della difesa dell’ambiente e del territorio hanno visto trionfare l’immobilismo e condannare la ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili..
Vanta titoli che non possiede, spaccia Master per Dottorati, è laureata in filosofia e non in fisica; è il duro attacco del giornale americano “New Yorker” alla passionaria indiana della lotta agli OGM. Dipinta come una ciarlatana non scientifica
Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico
Entrambi i termini dovrebbero avere connotazioni negative, tanto da essere il più delle volte assimilati, ma Claudio Magris sul “Corriere della Sera” salva gli egoisti e condanna gli egocentrici
Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardino”
«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»
Spianare le montagne è stata nei secoli l’aspirazione dell’uomo. Poeti e bambini sono di parere diverso: “sempre caro mi fu quest’ermo colle…” è l’incipit del poeta; favole e ricordi più belli dei bambini, hanno sempre a protagonisti boschi e montagne
Si è votato in tutta la valle e la maggior parte delle amministrazioni uscenti è stata riconfermata. Il cappello sulla vittoria di Nabaffa a Idro, l’hanno voluto mettere quelli che si autodefiniscono: “I salvatori del lago”. Chissà se questo porterà fortuna al Sindaco?