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05 Novembre 2012, 09.00

Lettere

Di Pietro e i moralisti a corrente alternata

di Dru
«Qualche anno fa, esattamente è il 2001, riflettevo sull'opportunità di votare Di Pietro, poichè unica persona, all'interno del perimetro politico, che mi dava sicure garanzie di onestà...»

... Poi, sempre per necesità, decisi che il voto a Di Pietro sarebbe stato un voto sprecato, troppo debole il nostro Tonino, senza quegli strumenti che sono fondamentali per durare e per fare e costituire una politica a medio lungo termine, e allora votai per il solito Berlusconi, garanzia di potenza e di stabilità.
Riconosco oggi che allora avevo visto giusto, non è assolutamente l'onestà, garanzia di durata, anzi.
 
Oggi si stanno celebrando i funerali dei fasti di ieri, il Tonino nazionale è sotto i riflettori e alla gogna mediatica in quel di Report (in forza al PD) e in quel di Crozza (in forza al Grillo) perchè avrebbe utilizzato con disinvoltura, degni del suo acerrimo nemico Berlusconi, i soldi del partito per spese personali, e tutta la sua fragilità si mostra per come io pensavo.
 
A parte che di questa disinvoltura è accusato solo lui il Tonino, il Lusi, quello della Margherita, il Penati, quello del PD, ricordate chi ancora? Il Del Turco, sempre quello del PD nell'Abruzzo per aver intascato mazzette per 6 milioni di euro, in Calabria il Loiero PD per corruzione in atti pubblici, ora il Bossi della Lega e i Fiorito del PDL per gli stessi motivi che stanno incastrando il nostro magistrato nazionale e non già Berlusconi, che di soldi, il suo fidato collaboratore  e amico Confalonieri, gli ha proibito di spendere ancora per cause combinate a bella posta dai nemici di sempre e per resistere a magistratura democratica che oggi vede con interesse la mira del ministero della giustizia a cavallo di Ingroia, a parte queste finezze...
 
Quello che mi interessa, ben oltre le faccende quotidiane, è dare una dimensione dei fatti di oggi per non dover dire fra 2 o 3 anni che le cose, se fossero andare diversamente, potevano raddrizzarsi.
 
La Repubblica e L'Espresso, editi da De Benedetti sono in campagna per la vittoria di Bersani e hanno inteso che l'unica alleanza possibile per vincere è quella con i Casini, nel vero senso della parola, per proseguire sulle politiche inaugurate prima dal Tremonti e poi dal Monti: ridicolo oggi leggere il quotidiano fondato da Scalfari inneggiare alla politica di Monti, quando questa politica è la fotocopia sgualcita di quella del ministro Tremonti, con delle aggravanti in grembo alle parole che tanto campeggiavano quando a governare sarebbe arrivato il Monti al posto di Berlusconi, ricordate?
Gli economisti lanciati dal gruppo editoriale giorno dopo giorno a dare contro al Tremonti perchè rigorista e insensibile alle  politiche di spesa alla Keynes, i Boeri per fare un nome.
Poi i vice direttori Giannini o direttori Ezio Mauro che gridavano e scongiuravano che ci si adoperasse per il rigore, l'equità e la crescita abbandonando, al giro di boa, la politica di Keynes, inserendo appunto la parolina "rigore", poiché se a farlo è Monti e non Tremonti allora va tutto bene.
 
Insomma questi uomini del potere stanno cercando di cambiare tutto per non cambiare niente e Di Pietro, "poveretto", ci rimane stritolato come il Bossi d'altronde... però io vi supplico di considerare che Bersani per vincere non ha convinto Casini a cambiar mestiere, il mestiere lo ha cambiato lui e La Repubblica non si è accorta, o, compiaciuta, finge di non accorgersene, che non sta sostenendo qui il compromesso storico, ma il compromesso e basta, il compromesso a tutti i costi, quello che nemmeno Berlusconi con Casini ha voluto fare, nemmeno Berlusconi.
 
Di Pietro è al tramonto e Grillo fa un grandissimo errore se riesuma queste figure del passato, oneste che siano, per farne dei rinati protagonisti.
Che il movimento5stelle si liberi al più presto di Grillo, se vuole davvero diventare forza egemone deve farlo al più presto.
-----------------------------
 
P.s. Questo articolo l'ho scritto ancora alla 13 di Domenica, alle 20:30 De Benedetti si è invitato a Che TempoChe Fa di Fazio per lanciare Bersani alle primarie, gli era necessario, ma quello che più mi ha impressionato, eufemisticamente, è che, dice il mago di sinistra, abbiamo fatto un miracolo, parlando in prima persona, togliendo di mezzo pacificamente il Caimano.
Pensate, dice il nostro, che ora, quando sono all'estero, non incontro più persone con mezzo risolino sulle labbra, miracolo di Monti...
Più che di miracoli, che nemmeno Berlusconi era in grado di fare, direi piuttosto che, a quel di Fazio, siamo alla solita minestra.
 
Dru
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