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25 Aprile 2013, 09.00

Industria

Rallenta di nuovo la caduta della produzione industriale

di Redazione
Nel primo trimestre del 2013 l'attività industriale delle imprese manifatturiere bresciane - secondo le rilevazioni del Centro studi di AIB - ha confermato i segnali di stabilizzazione, già parzialmente evidenziati negli ultimi tre mesi dell'anno scorso

Tuttavia gli attuali livelli produttivi rimangono nel complesso particolarmente depressi e scontano, fra l’altro, l’endemica debolezza della domanda proveniente dal mercato interno e la perdita di vigore da parte di quella estera.
Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia ha registrato una flessione congiunturale modesta (- 0,2 per cento), mentre il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente) risulta negativo per la sesta rilevazione consecutiva (- 7,3 per cento). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2013, è pari a - 3,6 per cento.
La dinamica dell’attività produttiva del primo trimestre dell’anno ha comportato un nuovo minimo per l’indice grezzo della produzione industriale, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) si è mantenuta intorno al 30 per cento. Le prospettive a breve rimangono piuttosto negative e non lasciano intravedere, almeno per ora, alcuna decisa inversione dell’attuale tendenza declinante: le critiche condizioni del mercato del lavoro e l’incessante stretta creditizia su famiglie e imprese penalizzeranno la già particolarmente debole domanda domestica, mentre gli ordini dai mercati esteri rischiano di subire un’ulteriore frenata, alla luce della fragilità della ripresa nell’eurozona, nonché del rallentamento della crescita negli Stati Uniti (su cui gravano gli effetti del sequester in vigore dallo scorso marzo) e nei Paesi BRIC.

La disaggregazione della variazione della produzione per classi dimensionali mostra flessioni per le imprese micro (-3,7%), maggiori (-0,5%) e piccole (-0,4%); mentre incrementi sono stati registrati dagli operatori medio-piccoli (+1,3%), medio-grandi (+3,4%) e grandi (+3,0%).

La segmentazione per settore della dinamica congiunturale si caratterizza, anche in questo trimestre, per un’elevata eterogeneità fra i comparti manifatturieri. L’attività produttiva è diminuita nei settori: calzaturiero (-7,6%), materiali da costruzione ed estrattive (-3,8%), chimico, gomma e plastica (-1,5%), legno e mobili in legno (-1,4%), maglie e calze (-1,3%), agroalimentare e caseario (-1,2%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (-0,6%), tessile (-0,1%); è invece aumentata nei comparti: carta e stampa (+0,5%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+0,6%), metallurgico e siderurgico (+0,7%), abbigliamento (+1,5%).

Il tasso di utilizzo della capacità produttiva, attestatosi al 66 per cento, è aumentato sia rispetto alla rivelazione precedente (63%), sia nei confronti del primo trimestre del 2012 (65%).

Le vendite sul mercato italiano sono diminuite per il 46% delle imprese, aumentate per il 23% e rimaste invariate per il 31%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono diminuite per il 24% degli operatori, aumentate per il 24% e rimaste stabili per il 52%; quelle verso i Paesi extra UE sono calate per il 19%, cresciute per il 24% e rimaste invariate per il 57% del campione.

I consumi energetici sono diminuiti per il 24% degli operatori, con una variazione media negativa dello 0,1%. Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità aziendali dall’83% delle imprese; le scorte di materie prime sono giudicate normali dall’86% del campione.

I costi di acquisto delle materie prime sono aumentati per il 25% delle imprese, con un incremento medio dello 0,5%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti non hanno subito variazioni significative.

Il costo del lavoro è cresciuto per il 37% delle aziende ed è rimasto invariato per il rimanente 63%. Gli investimenti effettuati nel trimestre sono aumentati per l’8% delle imprese, diminuiti per il 25% e rimasti invariati per il 67%.

Le aspettative per i prossimi mesi sono orientate verso un ulteriore indebolimento dell’attività produttiva, prevista in diminuzione dal 29% delle imprese, stabile dal 60% e in aumento dall’11%. La contrazione del made in Brescia dovrebbe riguardare quasi tutti i settori, con l’esclusione degli operatori attivi nell’agroalimentare e caseario e nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, per i quali si attendono incrementi dell’attività.

Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono previsti in diminuzione dal 36% delle imprese, stabili dal 56% e in aumento dall’8%; quelli dai Paesi UE sono attesi in crescita dal 15% degli operatori, invariati dal 65% e in flessione dal 20%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari dovrebbero crescere per il 18% del campione, rimanere stabili per 68% e diminuire per il 14%. La manodopera è attesa in aumento per il 5% delle imprese, invariata per l’81% e in diminuzione per il 14%.

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