Intervista a Marta Moretti

 

Si chiama Marta Moretti e viene da Genova, ha un approccio personale ed intimo con le canzoni, ci mette tutta se stessa e quando c'è del vero si sente.

Il pubblico si lascia emozionare e abbassa la guardia aprendo la porta a queste canzoni che entrano in punta di piedi.

Raggiungo Marta ad un mese di distanza e facciamo questa bella chiacchierata che state per leggere.

1) Hai un approccio molto intimo e personale con la musica. Nelle tue canzoni si sente che "c'è del Vero", che ti metti in gioco ed in discussione, che c'è parte di te. Come ci sei arrivata? che funzione ha per te scrivere canzoni?
 

Ho scritto la mia prima canzone quasi per necessità. Dovevo esibirmi in una serata e non riuscivo a trovare una cover che mi convincesse, così ho deciso di farne una mia.
Non è stato per niente automatico, anzi!
 

Ci ho messo tantissimo tempo e, arrivato il giorno fatidico in cui avrei dovuto suonarla dal vivo, avevo paura di mettermi così tanto in gioco, di dare in pasto ad un pubblico che non mi conosceva (e che non conoscevo) le cose più mie che avevo.
Come hai scritto tu, nelle mie canzoni parlo di me;  nascono in camera mia con, in sottofondo, le voci dei miei coinquilini che urlano nelle stanze accanto.
 

Sono una persona molto riservata e, all’inizio, questo mettermi a nudo mi turbava; adesso invece è diverso.
Non la vivo più come “un’invasione in camera mia” ma come uno scambio.
Scrivere è diventato il mio modo di raccontare come sono e quello che mi succede, una sorta di biglietto da visita.
E’ stato un percorso naturale che è ancora in via di definizione, credo di essere nell’adolescenza della mia età musicale.

2) cosa cerchi nelle canzoni che ascolti? e cosa in quelle che scrivi?
 

Nelle canzoni che ascolto cerco idee da rubare e da rivendere poi nelle mie! A parte gli scherzi..
un amico ha scritto in un suo pezzo che “le canzoni sanno chi sei prima di te”, non c’è cosa più vera.
Ho imparato a farmi trovare. E a cercare ciò che vuole essere trovato, da me.
 

Mi piace trovare quelle canzoni che mi fanno pensare “ecco, era proprio quello che volevo dire io”.
E’ un po’ la stessa cosa anche per quelle che scrivo, il mio intento sarà riuscito quando una persona, che vive chissà dove, si ritroverà nelle mie parole.
 

Quello è il giorno che aspetto, e chissà se succederà davvero!

3) come bisogna fare per ascoltare i tuoi brani? hai già un disco? ci stai lavorando? qualche coordinata per i lettori di quest'articolo.
 

Per il momento, tutto quello che ho, si trova su youtube o sulla mia pagina personale di facebook.
Di registrato, ora, ho qualche versione demo di alcuni miei pezzi; ma sto raccogliendo idee per registrare, in maniera più o meno seria, quello che per ora mi limito a suonare dal vivo.

4) 3 grandi maestri nel cinema, nella musica e nella letteratura.
 

Mi piacciono le cose “piccole” e “precise”. Il mio film preferito è Harold&Maude di Hal Ashby, è un film che mi ha aperto la mente, mi prendo la responsabilità di dire che lui, in quel film, è stato sicuramente un grande maestro per me; così come Kubrick in 2001: Odissea nello spazio; oppure Ozpetek nelle Fate Ignoranti.
 

Per quanto riguarda i libri è doveroso, da parte mia, nominare Italo Calvino ne Il Barone Rampante; Antoine de Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe e Erri de Luca, non uno in particolare, ma nel suo modo, appunto “piccolo” e “preciso”, di raccontare storie di tutti i giorni.
 

La musica.

E’ difficile fare solo tre nomi, cerco di mantenere la mente aperta e di farmi influenzare anche da cose apparentemente molto lontane da me; ma se devo farli, per ora, sono: Damien Rice, che forse per primo mi ha insegnato a conoscermi; Nick Drake per il modo intimo e le accordature inventate e Bob Dylan che in un’intervista, una volta, ha detto che “le sue canzoni parlano di quello che succede” frase che mi ha fatto capire cos’è per me il tanto nominato “cantautore” (e poi, ovviamente, anche per tutto il resto!)

5) il tuo vizio preferito?
Il mio vizio preferito? Mi piace la birra e fumo qualche sigaretta, ma solo se non fa troppo caldo, e rigorosamente “da girare”.
Nel particolare mi piace unire queste due cose all’ora del tramonto, nei vicoli di Genova.
E poi mi mangio le unghie, ma non lo metterei tra i miei vizi preferiti.

Come tradizione dello Spaccadischi l'ultima domanda puoi farla tu a me.
Grazie mille e buona strada, sperando di incontrarci presto.

Posso rimangiarmi tutto quello che ho appena detto?

Assolutamente no, e va benissimo così. Ti abbraccio e resto in attesa del tuo primo disco