Sentirsi traditi anche nelle nostre più ingenue manifestazioni relazionali apre sipari di possibile amarezza. Vale la pena darsi tempo e spazio per lasciar passare sentimenti nuovi
Lo spettacolo della vita è particolarmente interessante quando si muove su più sfondi scenografici.
Ho partecipato emotivamente alla lettura del libro autobiografico di Susanna Tamaro “Ogni angelo è tremendo” perché mi sto convincendo che la mia generazione può adesso disegnare il suo cerchio comune, dove si riconoscono sensazioni condivisibili che hanno caratterizzato il percorso che ci ha portato all’oggi.
Ho sentito le note della musica suonate della sua infanzia e adolescenza, quegli odori e sapori che travalicano le difficoltà delle famiglie di allora, legami che il boom demografico degli anni ’60 hanno preparato ad un più incerto futuro nei genitori della storia attuale.
Un episodio in particolare mi commuove: la piccola Susanna profondamente e istintivamente portata ed ispirata dalla natura e dagli animali un giorno si avvicina ad un’anatra e questa attacca inferocita la piccola manina protesa in segno di pace con il becco a ferirla.
Susanna per la prima volta in vita sua prova dolore e sgomento, non riesce a capacitarsi dell’attacco alla sua manifestazione gioiosa di avvicinamento riconoscendo qualcosa di diverso dalla sua intenzione amorevole.
Siccome ricordo che per un periodo della mia infanzia credevo di potermi muovere senza disturbare neanche le mosche che mi giravano attorno, ho idea che più che una tappa pedagogica si sia trattato di una sorta di interpretazione epocale .
Una comune illusione, quella di essere capaci di equilibrare pacificamente i rapporti con segni di apparente remissione.
Un gioco che non ha aggiustato la nostra crisi, solo si è aperta un’altra ferita e la responsabilità a interpretare la scena uscendo dall’univoco punto di vista.
Cosa produce il passaggio di stagione quando luci e temperature sono fuori dalla norma? L'estate mancata nella valle che eco lascia nelle nostre anime?
La matematica è un'opinione, così per tanti anni ho difeso il mio punto debole. Bastava però un insegnante che mi avrebbe chiarito cosa ancora potevo recuperare dalle mie difficoltà
E' un rischio ammettere la nostra inadeguatezza ad affrontare i tempi attuali, ma forse l'unico modo per prenderci una responsabilità nei confronti di aspettative altrimenti illusorie