Giuliana Franchini Psicologa, psicoterapeuta infantile, autrice di libri sulla relazione educativa e favole per aiutare i bambini a crescere bene
Giuseppe Maiolo
Psicoanalista e docente di Educazione alla sessualità all''Università di Bolzano. Si occupa di formazione dei genitori e di disagio giovanile
Officina del Benessere, Puegnago, tel. 0365.651827
Il 20 novembre di ogni anno si celebra La giornata internazionale dei diritti del fanciullo. La ricorrenza ricorda la Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo del 1989, una vera e propria pietra miliare
In quella occasione l'Assemblea generale dell'ONU ha indicato come il bambino debba essere considerato soggetto di diritti fondamentali e non solo oggetto di una speciale protezione nei rapporti giuridici, familiari e non.
Di solito si ritiene che l'abuso sessuale e il maltrattamento fisico siano le violenze da cui dovremmo proteggere i bambini ma ci sono molte altre violenze più quotidiane che dovremmo riconoscere e saper contenere.
Sono ad esempio il disprezzo, la svalutazione, la menzogna, la noncuranza, la trascuratezza fisica e affettiva, la manipolazione dei sensi di colpa.
Si tratta di una violenza subdola e nascosta, spesso collegata ai disturbi degli adulti che esercitano maltrattamenti sottili e nascosti, spesso poco dimostrabili in ambito giudiziario, ma non per questo meno reali e meno pericolosi.
I numeri di questo "male" sono imprecisati anche perchè tali comportamenti non operano direttamente sul piano fisico.
Non è uno schiaffo o un calcio, ma un costante e devastante atteggiamento aggressivo che giorno dopo giorno, crea un clima invivibile e mette in atto un processo di distruzione psicologica, dove le parole dette o inespresse feriscono profondamente come pugni e distruggono.
La cosa che più colpisce è che tale fenomeno si realizza in massima parte laddove si ritiene ci debba essere maggiore sicurezza e rispetto, protezione e affetto, cioè in famiglia o a scuola.
Queste violenze invisibili non lasciano segni sul corpo ma feriscono profondamente l’anima, la personalità e la dignità del minore.
Penso ad esempio alle famiglie in crisi dove, nel momento di una separazione altamente conflittuale, i figli vengono investiti di aggressioni dirette e indirette. Penso alla scuola dove spesso lo stress interno al contesto lavorativo altera le relazioni tra allievo e insegnante e produce situazioni di manipolazione e aggressione psicologica sottile.
Non è una novità la violenza delle istituzioni.
Al contrario è una drammatica realtà che viene rimossa costantemente come denunciava qualche anno fa Claudio Foti, presidente del Centro Studi Hansel e Gretel, in un libro dai contenuti scottanti "Il maltrattamento invisibile. Scuola famiglia, istituzioni".
Vale la pena ricordare questo tema, spesso trascurato, soprattutto in occasione di ricorrenze, se vogliamo rintracciare e recuperare quel potenziale costruttivo che attiene alla prevenzione e le risorse che ci servono per immaginare un mondo diverso e capace di far fronte alla violenza.
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