14 Luglio 2011, 14.38 Tavernole Valtrompia Pittura
«Valtrompia: il mito della montagna» a Tavernole
di Andrea Alesci
Rimane aperta fino al 31 luglio al museo Il forno di Tavernole la prestigiosa mostra di pittura che espone 43 dipinti della Valtrompia tra '800 e '900. La direzione artistica è di Maurizio Bernardelli Curuz
Spesso le cose belle sono proprio lì, talmente vicine da non riuscire a vederle. Come capita ai paesaggi della Valle del Mella, che nell’approssimarsi del Novecento rimangono discosti e quasi invisibili. Ora una mostra d’arte al Forno fusorio di Tavernole cercherà di restituirli ai valtrumplini e al pubblico che vorrà accorrere fino al 31 luglio (dal martedì al venerdì dalle ore 19 alle 21; sabato e domenica dalle ore 15 alle 20) ad ammirare “Valtrompia: il mito della montagna”. Promossa e sostenuta da Comune di Tavernole, Comunità montana, Provincia di Brescia, associazione culturale L’arengario e Amici del forno, la collettiva di pittori, in maggioranza bresciani, consta di 43 dipinti su tela o faesite che immortalano la Valle tra Ottocento e Novecento.
“Il Forno fusorio – dice il sindaco tavernolese, Andrea Porteri – è un monumento al lavoro, portato avanti con costanza e passione da Cesare Giovanelli e gli Amici del forno, anche per restituire al territorio dell’Alta Valle quello stampo turistico che ha sempre avuto”. Un ambiente, quello del forno, dove si sudava forgiando il ferro e dove ora i valtrumplini possono ritrovare la propria capacità estetica. “Abbiamo voluto costruire una mostra – dice il curatore Maurizio Bernerdelli Curuz – che non lasciasse soltanto una vibrazione superficiale: bisogna grattare al di sotto del quadro. Per questo abbiamo allestito un percorso con schede preparate da Barbara D’Attoma e la consulenza dello storico Carlo Sabatti. Vogliamo compiere un viaggio nella grande pittura bresciana tra Ottocento e Novecento, nel santuario naturale della Valtrompia, archetipo di una civiltà urbana che cercava nella natura il rimedio sovrano alle proprie già moderne nevrosi. Un’epoca del libero mercato sotto il profilo artistico, nella quale l’artista deve andare incontro ai gusti del pubblico”.
Una mostra che guarda alla Valtrompia, compatta e conchiusa, come idea del luogo d’origine, luogo totemico descritto dalla serie di dipinti provenienti da collezioni private bresciane nell’arco di tempo che va dal 1863 al 1944. “La mostra – continua Bernardelli Curuz – documenta il mutamento della percezione della Valle da parte degli artisti. Angelo Inganni dipinge piccole comunità nella natura; Giovanni Renica dispiega il lato misterioso della Valle, tra acque corrusche, raggi di luce inaspettati, temporali improvvisi che atterriscono gli abitanti. Francesco Filippini unisce scapigliatura e modernità degli impressionisti, in un’osservazione verista della realtà. Comunque, tutti sono mossi dai ritmi consolatori di un paesaggio che diventa pittura per alleviare i traumi di cui è intriso il XX secolo”.
La mostra è stata abbinata sin dall’inizio (2 luglio) a una serie di eventi in giro per la Valle sotto il titolo di “Valtrompia: luci, colori e sapori”. Proprio l’aspetto gastronomico riguarda alcuni ristoranti locali che fino al 31 luglio offriranno menù al prezzo promozionale di 22 euro bevande comprese. Si tratta della trattoria Tamì di Collio, ristorante La Posta di Bovegno, ristorante Marcheno, La Fabbrica in Caregno, l’antica trattoria Bresciana a Inzino, la trattoria Al falconiere di Gardone, il ristorante S. Marco a S. Giovanni Polaveno, la trattoria Ciar de Lüna a Sarezzo (località Cagnaghe). Info ai numeri 030.8337490/495 oppure via mail a cultura@cm.valletrompia.it.
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