La congiunzione "e" può essere accompagnata da una "d", detta eufonica (perché dovrebbe rendere il suono della frase migliore e più fluido rispetto alla lettura). In realtà, non ci sono confini netti nella scelta di e o ed, ma qualche consiglio può essere utile
In generale, sebbene l’uso di "ed" sia sempre più diffuso, sarebbe bene non abusarne.
Infatti, la "d" eufonica non è necessaria quando la parola successiva alla congiunzione inizi per vocale differente da e:
• A Giulia e Antonio piace la pasta.
• Angela e io siamo sorelle.
È invece consigliata, proprio per rendere più gradevole il suono, nel caso in cui due "e" siano vicine:
• Elisa ed Elena giocano molto bene.
Ovviamente, se ci fossero altre "d" nelle vicinanze della congiunzione, sarebbe bene eliminare quella eufonica, anche nel caso di "e" confinanti:
• Armando ed Edoardo studiano sempre insieme.
Vediamo insomma che nel caso di e o ed siamo fondamentalmente liberi di comportarci come meglio ci sembra sia consono, diremmo che molto dipende dalla sensibilità al suono del nostro orecchio, spesso la cacofonia non è neanche avvertita dai più.
Dal momento che abbiamo parlato di "d" eufonica e quindi di suono, anche se ci riferiamo generalmente alla lingua scritta, le considerazioni espresse sopra su e o ed possono essere riferite anche alla lingua parlata.
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