Tara è cresciuta alle pendici di una montagna chiamata Principessa indiana nei territori dell'Idaho, però non è cresciuta correndo per i prati, non giocava con i compagni di scuola
anche perché, a scuola, non poteva andarci; per il mondo, lei e i suoi fratelli, esistevano per modo di dire.
Questo per via delle radicali convinzioni del padre, che spesso sfociano in paranoie che ben poco hanno a che fare con la religione mormone. La famiglia vive isolata allombra di questa montagna, e i bambini, oltre a non essere mandati a scuola, addirittura non hanno documenti legali della loro nascita e quindi della loro esistenza.
Lautrice tratteggia i componenti della sua famiglia in modo lucido e chiaro: non ci sono spazi per diversi giudizi, tutto è lampante e drammaticamente reale.
A tratti viene voglia di chiudere il libro e far finta che certe cose, semplicemente, non possano accadere
ma il desiderio di vedere Tara alzare la testa, camminare diritta, guardare avanti porta a continuare la lettura.
Si legge attendendo lattimo in cui si spera di vederla usare la determinazione per difendersi da un fratello che ha fatto sue troppe cose del padre per correggerla e farla crescere nel modo