Skin ADV
Mercoledì 17 Aprile 2024
Utente: Password: [REGISTRATI] [RICORDAMI]


 

 
 


 


21 Febbraio 2015, 06.58

Quaderni di Cinema

«Whiplash» e la consacrazione di Damien Chazelle

di Nicola 'nimi' Cargnoni
Il film che ha riscosso un enorme successo al Sundance Festival nel febbraio 2014 arriva finalmente nelle sale italiane. A mezza via tra il melodramma, il musical e il genere sportivo

Il sergente Hartman risorge da «Full metal jacket» per dirigere la jazz band di un prestigiosissimo conservatorio americano.
Già, perché lo splendido Jonathan Kimble Simmons, dopo svariate interpretazioni in altrettanti film e serie tv, incarna in maniera superba il ruolo del direttore d’orchestra Terence Fletcher che usa metodi implacabili, intimidatori, militareschi e umilianti per ottenere il meglio dai propri musicisti.

Andrew Neiman, interpretato dal giovane Miles Teller, è un batterista iscritto al primo anno di questa importante scuola. Viene notato da Mr. Fletcher che sorprendentemente lo ammette alla sua band, la più rinomata del conservatorio e che ha in repertorio un brano che si chiama, appunto, Whiplash (di Hank Levy, jazzista morto nel 2001).
Per Andrew è solo l’inizio di una discesa nei gironi infernali, fatti di sforzi sovrumani, continuo esercizio, calli e sangue alle mani, e una dose abbondante di umiliazioni e angherie da parte del maestro.

«Whiplash» non può essere incasellato in un solo genere.

La regia vivace, frenetica e perfettamente sincronizzata in fase di montaggio può far assomigliare questo film a un musical di matrice hollywoodiana, non fosse altro che l’opera del giovane Damien Chazelle (classe 1985) incarna molti aspetti che sono piuttosto inusuali nel cinema statunitense.
Anche «Whiplash», infatti, è nel solco di quei film indipendenti che stanno facendo la fortuna del cinema americano (cfr. la mia recensione su «Birdman») ed è già abbastanza sorprendente che l’Academy lo abbia preso in considerazione per un’eventuale statuetta.

Il musical si accompagna alla performance sportiva, con il “condimento” di una giusta dose di melodramma che aiuta a definire meglio le caratteristiche dei personaggi.
Basandosi su un plot narrativo piuttosto scontato (e prevedibile) il regista riesce comunque a inserire alcuni colpi a effetto non indifferenti.
Colpi di scena, cambiamenti d’umore, personaggi che si elevano, poi vengono scaraventati a terra e poi si rielevano di nuovo. La genialità di «Whiplash» sta proprio nel rendere imprevedibile una storia di cui intuiamo già la fine.

Ma la redenzione e il frutto dell’impegno sono soltanto un aspetto della vicenda che coinvolge Andrew e Fletcher.
Alla base c’è il conflitto personale che anima il direttore Fletcher: i suoi metodi, al limite dell’umanità e privi di qualsiasi empatia con il prossimo, sono tesi a far sì che i suoi ragazzi diano il massimo.
È stimato, ma è anche odiato. È alla continua ricerca del nuovo fenomeno del jazz e il regista Chazelle sceglie il registro che Kubrick usò per il sergente Hartman. D’altra parte c’è Andrew, che raggiunge un completo stato di cinismo e di privazione del sé per mettersi a disposizione dell’obbiettivo da raggiungere.

I dubbi del batterista e i sogni di bambino che svaniscono
fanno da controcanto alla durezza del maestro Fletcher, così simile alla natura di leopardiana memoria: duro, indifferente e interessato solo a una spietata “selezione naturale”.
Il dualismo che sta alla base del confronto tra i due personaggi è degno dei migliori drammi sportivi statunitensi, dove la rivincita dell’anima sui limiti del corpo è il cardine della narrazione.

Non è un film sul jazz. È un film che utilizza il jazz assumendone i ritmi sincopati e le tempistiche.
Le tematiche alla base del film sono quelle che il cinema mette in scena da sempre, ma la regia, la fotografia e il montaggio viaggiano seguendo un ritmo spezzettato, imprevedibile, divertente.
Piace anche a chi (come il sottoscritto) non capisce nulla di jazz; non ci sono i rischi che possono comportare i film di genere, perché questo non è un film di genere.

È una ventata di aria fresca nell’umido scantinato del cinema americano
.
Una regia sorprendente che ha ricevuto premi al Sundance e ha strappato applausi a Cannes e a Torino. Le interpretazioni strepitose dei due protagonisti hanno dato vita a due dei personaggi più controversi degli ultimi anni, soprattutto il monumentale lavoro di Simmons che, interpretando Fletcher, si è consacrato in maniera definitiva come grande attore contemporaneo.

Il film si apre e si chiude con due assoli di batteria
, totalmente diversi tra loro: nel mezzo c’è un romanzo di formazione che vede protagonista Andrew.
Il dilemma, per lo spettatore, è proprio quello di capire quanto merito attribuire ai drammatici metodi di Fletcher. È l’eterno incontro/scontro tra male e bene, l’eterna questione di quanto occorra dell’uno per il raggiungimento dell’altro.

Valutazione: ****

Nicola ‘nimi’ Cargnoni

In uscita giovedì 19 febbraio (da segnalare): Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza.
Già nelle sale (da segnalare): Timbuktu, Whiplash, Birdman, Biagio, Educazione affettiva, Gemma Bovery, Turner, Difret, Piccoli così, Still Alice.

Per conoscere la programmazione della provincia:
1.    Andare su http://www.mymovies.it/cinema/brescia/
2.    Appare la lista dei film presenti in città e provincia
3.    Per ogni film è segnalato il paese o il cinema in cui lo si può trovare



Visualizza per la stampa




Aggiungi commento:

Titolo o firma:

Commento: (*) ()





Vedi anche
17/09/2014 06:33
«Belluscone» e «La zuppa del demonio», lÂ’Italia del piccolo-grande cinema Nelle sale due film d’autore, testimonianze della vitalità che ancora anima la linfa del cinema di casa nostra

27/02/2014 09:32
Molière in bicicletta: il teatro al cinema Una deliziosa commedia francese che si risolve in un congegnato meccanismo ben riuscito

11/09/2014 07:45
«L'arte della felicità» è l'esordio di Alessandro Rak Dopo la lunga pausa estiva torna l'apprezzatissima rubrica 'Quaderni di Cinema', di Nicola (nimi) Cargnoni, con la recensione di un bellissimo film d'animazione del 2013 che sta uscendo in DVD


25/06/2014 09:00
«La città incantata» al cinema per tre giorni Da mercoledì 25 a venerdì 27 arriva nei cinema il capolavoro di animazione del regista giapponese Hayao Miyazaki

17/04/2015 08:49
Nanni Moretti è sempre meglio di come te lo aspetti In un racconto circolare e chiuso Moretti racconta del rapporto tra il cinema e la realtà, sullo sfondo di una storia personale che non si limita all’autobiografia



Notizie da Quaderni di cinema
11/06/2015

La guerra infuria al cinema

Tra citazioni bibliche e sciami di pallottole, arriva nelle sale un film di guerra che mantiene la tensione sempre altissima

01/06/2015

Dalla Bibbia alla Russia, il «Leviathan» è al cinema

Arriva nelle sale italiane il film russo che ha ottenuto una candidatura come miglior film straniero nella scorsa edizione degli oscar

28/05/2015

Matteo Garrone e il suo Racconto dei Racconti

Ispirandosi a una raccolta di fiabe del XVII secolo, il regista romano si impegna in un lavoro che ha il merito della novità nel panorama cinematografico italiano


26/05/2015

Youth e la giovinezza ritrovata di Sorrentino

Il chiacchierato ritorno di Sorrentino nelle sale ci fa fare un salto indietro nella carriera del regista premio Oscar

11/05/2015

«Forza maggiore» e le valanghe che ci travolgono

Seguendo una famigliola in vacanza sulla neve, il regista Ruben Östlund ritrae la rapida evoluzione di una crisi di coppia

07/05/2015

I bambini di Veltroni ne sanno abbastanza, ma non più degli adulti

Dopo l’esordio col film su Berlinguer, Veltroni sposta lo sguardo dal passato al futuro in un tentativo che risulta piuttosto buonista

04/05/2015

«Child 44»: spazio al thriller melodrammatico

Sdoppiando la narrazione su due trame parallele, il regista ottiene un buon risultato senza appesantire la visione

30/04/2015

«Samba», il ballo tra integrazione e amore

La coppia Toledano-Nakache torna nelle sale con un film riuscito a metà

17/04/2015

Nanni Moretti è sempre meglio di come te lo aspetti

In un racconto circolare e chiuso Moretti racconta del rapporto tra il cinema e la realtà, sullo sfondo di una storia personale che non si limita all’autobiografia

13/04/2015

La vergine giurata

La «Vergine giurata» di Laura Bispuri è l’ottimo esordio della giovane regista. Paesaggi e silenzi si alternano in un meraviglioso affresco che ha, al centro, un personaggio enigmatico e nuovo per il nostro cinema

  • Valtrompia
  • Bovegno
  • Bovezzo
  • Brione
  • Caino
  • Collio
  • Concesio
  • Gardone VT
  • Irma
  • Lodrino
  • Lumezzane
  • Marcheno
  • Marmentino
  • Nave
  • Pezzaze
  • Polaveno
  • Sarezzo
  • Tavernole
  • Villa Carcina
  • -

  • Dossier