Azzerato il Cda di Acque Bresciane
di Redazione

È la presa d'atto dell'impossibilità di proseguire sulla scelta del progetto del depuratore del Garda con gli impianti a Gavardo e Montichiari


Con le dimissioni nelle scorse ore di Maria Teresa Vivaldini e Marco Franzelli, entrambi di centrodestra, è quasi azzerato il consiglio di amministrazione di Acque Bresciane.

Solo pochi giorni fa, infatti, aveva lasciato il presidente Gianluca Delbarba, seguito a stretto giro da Antonella Montini, di area centrosinistra.

Prima dell'assemblea dei soci, convocata proprio per dare il via alle procedure di sostituzione dei due membri uscenti, è arrivato l’annuncio di Vivarini e Franzelli e così in carica a rappresentare la società che gestisce il servizio idrico di una novantina di comuni resta solo Mario Bocchio.
L'assemblea, dopo aver preso atto degli ultimi due addii, si riunirà di nuovo nei prossimi giorni fare il punto della situazione.

Nel frattempo il depuratore del Garda si allontana sempre più. Del resto Delbarba si era dimesso proprio per i contrasti all'interno del CdA in merito al contestato progetto con indicazione dei due impianti a Gavardo e Montichiari deciso dal Commissario straordinario per l'opera, il prefetto di Brescia.

Da una parte del presidente risoluto per obbligo istituzionale e di legge a dare seguito alle scelte del commissario, dell'altra Vivaldini e Franzelli favorevoli ad un rinvio per trovare una nuova soluzione così come richiesto dalla Comunità montana di Valle Sabbia e dai Comuni del Chiese.
E così la situazione precipitata con il Cda che ora resta in carica solo per l'amministrazione corrente.

«Il consiglio di amministrazione non era più rappresentativo e le decisioni da prendere in questo momento sono troppo importanti - spiega Maria Teresa Vivaldini . Dopo le dimissioni del presidente Delbarba, è venuta a mancare anche la parte politica che si riferiva alla sinistra con Antonella Montini. Le decisioni da prendere devono essere condivise con il territorio, ci deve essere ampia rappresentatività. In queste condizioni non aveva senso andare avanti».

Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Franzelli. «Il cda è stato depotenziato. Abbiamo cercato soluzioni, ma non c'erano le condizioni per continuare l'attività amministrativa straordinaria. Per l'ordinaria amministrazione il cda prosegue regolarmente, ma c'è bisogno di ridare voce e autorevolezza al Comitato di indirizzo e controllo cui fanno capo i sindaci e rinnovare tutto il board, in modo da permettere di andare avanti con compattezza».

I candidati proposti dal Comitato - composto da 80 Comuni sotto l'egida del presidente del Broletto -, dovranno poi essere ratificati dall'assemblea dei soci. Nel voto, i Comuni hanno un «peso» diverso a seconda del numero di abitanti, mentre la Provincia «vale» il 10% del totale degli abitanti dei paesi del comitato.
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