Preoccupa l'aumento dei tassi e le ripercussioni sulla liquidità
di Redazione

In occasione dello scambio di auguri di fine d'anno il presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta traccia un bilancio dell'andamento economico provinciale


Nell’incontro di fine anno con la stampa il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, espone tutte le preoccupazioni delle imprese sull’andamento economico in corso e quello che ci attende per il 2023.

All'orizzonte c'è il timore della «tempesta perfetta» alimentata dall'aumento dei tassi di interesse abbinato alla crisi di liquidità delle aziende, tutto accentuato dal caro energia.

L’industria bresciana sosterrà un maggior costo dell’elettricità e del gas pari a 4,2 miliardi di euro. Un rincaro stimato del 623% rispetto al periodo pre-pandemia «e che per noi imprenditori energivori - ammette il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta - non rappresenta semplicemente una preoccupazione, bensì un’angoscia».

Anche perché va detto che se nella prima parte di quest’anno, la nostra manifattura ha raggiunto ancora una buona quota di ordini, nel secondo semestre, invece, la domanda di mercato ha mostrato segnali di sofferenza. Non a caso, tra giugno e settembre, la produzione industriale della provincia ha registrato una contrazione del 5,1% rispetto ai tre mesi precedenti.

«Per di più - non nasconde Gussalli Beretta -, ora anche sulle imprese bresciane pesa la spada di Damocle dei tassi di interesse. La liquidità sarà il nuovo punto critico che dovremo affrontare nel 2023».

Questi i principali indicatori economici riferiti all’industria bresciana

PRODUZIONE INDUSTRIALE, EXPORT E METALMECCANICA
• Nel 3° trimestre del 2022, l’attività produttiva nel settore manifatturiero bresciano ha mostrato una contrazione, segnando una variazione rispetto al trimestre precedente pari al -5,1%; la dinamica rispetto allo stesso periodo del 2021 (tendenziale) mostra invece ancora un segno positivo (+3,1%), tuttavia con un’intensificazione del rallentamento già rilevato nelle rilevazioni più recenti.
• In particolare, la domanda insufficiente è tornata a essere il primo fattore che limita la produzione, essendo segnalato dal 26% degli operatori, valore che non si evidenziava addirittura dal 1° trimestre 2021.
• Per quanto riguarda l’export, nel 3° trimestre le vendite estere, pari a 5,2 miliardi, sono aumentate del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, segnando un nuovo record.
• La dinamica record registrata è, almeno in parte, ascrivibile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall’industria bresciana.
• Approfondimento sulla metalmeccanica, che – in particolare con la filiera automotive – rappresenta uno degli ambiti di riferimento dell’intera manifattura bresciana: le imprese bresciane attive nel settore hanno sperimentato nel 3° trimestre dell’anno un evidente rallentamento dell’attività: la meccanica ha segnato, tra luglio e settembre, una crescita del +5,4% rispetto allo stesso periodo del 2021 (dopo l’8,6% rilevato nel periodo precedente), mentre la metallurgia ha registrato una flessione del -2,4% (dopo il -1,8% sperimentato fra aprile e giugno).
• L’andamento è imputabile non solo alla consueta chiusura della maggior parte degli stabilimenti nei mesi estivi, ma anche all’inasprimento delle condizioni operative, legate al “caro energia” e all’indebolimento del contesto macroeconomico generale. In particolare, le aziende hanno lamentato una serie di restrizioni che, di fatto, vanno a frenare la produzione: per le realtà della meccanica, la scarsità di materie prime e semilavorati continua a essere il principale elemento in tale senso (indicata dal 30% delle imprese), mentre, nell’ambito della metallurgia, la domanda insufficiente (27%) e le quotazioni record degli input energetici (27%) rappresentano i più rilevanti fattori di criticità.

MERCATO DEL LAVORO E MISMATCH
• Nei primi 6 mesi del 2022, le nuove assunzioni a Brescia sono state 97.892, contro le 84.326 dello stesso periodo 2021 (+16%); in crescita anche quelle a tempo indeterminato: 18.367 tra gennaio e giugno 2022, contro le 13.661 del 2021 (+34%).
• Nel 3° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione a Brescia ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+4% tendenziale), sebbene di intensità minore rispetto a quanto rilevato nei periodi precedenti. Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020.
• Le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (16,4%), non qualificati in imprese industriali (9,7%) e addetti macchine per lavorazioni metalliche (6,1%).
• Il 98% delle imprese segnala difficoltà di reperimento di tecnici, il 97% di operai specializzati e il 96% per i conduttori di impianti: dati emersi dalla survey condotta nella scorsa primavera dal Centro Studi su un campione di 171 imprese del settore manifatturiero – soprattutto PMI metalmeccaniche – con 18mila addetti.

CARO ENERGIA: DATI DELLA BOLLETTA
• Il Centro Studi di Confindustria Brescia (su dati Terna, GME, TRADING ECONOMICS e MITE) ha effettuato una nuova proiezione dei rialzi sul 2022 del costo dell’energia per l’industria, che recepisce ovviamente l’andamento dei prezzi, ma anche le ultime informazioni a disposizione sui consumi, che nel 2021 sono aumentati rispetto al 2019, e che sono stati tenuti come ipotesi di riferimento (molto realistica) anche per l’anno in corso.
• Tale presa di consapevolezza ha portato a un leggero peggioramento della situazione complessiva, dettato appunto dalla combinazione tra i prezzi in rialzo – che rimangono di gran lunga il fattore più impattante – e i consumi aumentati. In particolare:
• COSTO ENERGIA ELETTRICA (INDUSTRIA): dai 447 milioni del 2019 a quasi 2,9 mld nel 2022, segnando un +544% sul 2019.
• COSTO DEL GAS (INDUSTRIA): dai 139 milioni del 2019 a poco meno di 1,4 miliardi nel 2022, segnando un +874% sul 2019.
• Complessivamente (ENERGIA ELETTRICA + GAS), l’industria bresciana pagherebbe oltre 4,2 miliardi in più rispetto al 2019 (+623%), preso a riferimento come normalità pre-Covid.



In foto: Un momento dell'incontro di fine anno nella sede di Confindustria Brescia. Da sinistra Filippo Schittone, Silvia Mangiavini, Roberto Zini, Marco Capitanio, Franco Gussalli Beretta, Francesco Franceschetti e Mario Gnutti
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