Un turismo a misura di lavoratore agile
di Valerio Corradi

Il turismo è un comparto economico strategico per molte aree della provincia di Brescia. Come ripartire dopo l'emergenza Covid? Come potrebbe cambiare l'offerta?


Il piano del Governo per le riaperture dal 26 aprile in avanti consente di guardare con prudente ottimismo alla ripresa delle attività per lo svago, la cultura, il divertimento e le vacanze nella convinzione che per molte di esse un’ulteriore stagione a ranghi ridotti possa rivelarsi deleteria.

E’ questo un comparto economico nevralgico proprio per le forti interdipendenze interne che portano le attività a beneficiare del reciproco funzionamento. Si pensi solo allo stretto collegamento tra l’andamento della ricettività turistica e quello di ristoranti, cinema, teatri, musei, eventi all’aperto che contano gli uni sugli altri per funzionare al meglio. In questa fase, la ripresa delle pratiche del tempo libero e del turismo è anche un simbolo nel lungo percorso di ritorno alla normalità, col parziale recupero di abitudini di vita che da mesi sono ridimensionate. E’ quindi opportuno valutare l’assunzione di un “rischio ragionato” per rimettere in moto una filiera interconnessa, vista l’imminenza dei mesi più frequentati in termini di arrivi e di presenze e visto il concreto pericolo di perdere quote di mercato.

Anche il sistema turistico bresciano che prima del Covid contava su 6mila esercizi alberghieri ed extra-alberghieri e oltre 135mila posti letto si interroga su una non facile ripresa provando un senso di smarrimento per le contraddizioni degli ultimi mesi. La ripartenza, da una parte richiede uno sforzo per sopravvivere nell’immediato e dall’altra esige una mobilitazione di energie e di nuove idee che mettano le basi per guardare oltre l’emergenza sanitaria.

Facendo appello alla resilienza del settore e alle sue capacità progettuali, occorre immaginare un’offerta turistica che probabilmente nella prima fase si dovrà misurare con la prevalenza di clienti italiani, sempre più sensibili a pacchetti innovativi e a un giusto rapporto tra qualità e prezzo. Occorrerà poi porre in rilievo il tema della promozione della salute puntando all’introduzione di servizi di tipo medico-sanitario che potranno essere un valore aggiunto del sistema d’offerta anche dopo l’emergenza.

Il cambiamento delle modalità di lavoro, col prevedibile parziale mantenimento delle attività svolte a distanza, porrà poi la sfida di un’offerta turistica che riesca a soddisfare i clienti desiderosi di immergersi in una vacanza stimolante ma anche di dedicare alcuni momenti della propria giornata al lavoro. Diventerà allora cruciale il ripensamento degli spazi e delle infrastrutture di comunicazione per rendere praticabile lo smart working, come già stanno facendo ad esempio alcune località in Grecia e Spagna.  

Per lo stesso contesto bresciano e per gli specifici “turismi” che lo caratterizzano, dai laghi alla montagna, dalla città ai piccoli borghi assume un valore strategico far il punto su alcune “partite” che saranno centrali nello scenario post-Covid e che vanno, ad esempio, dal colmare i vuoti nella diffusione dei servizi a banda ultra larga che affliggono alcune aree alla promozione di pacchetti che soddisfino la nuova figura del turista-telelavoratore.

Dalla capacità di farsi carico delle preoccupazioni dei clienti di ordine sanitario collegate al Covid alla costruzione di proposte che sviluppino in maniera più ampia il nesso tra salute e sostenibilità. Infine, non si può dimenticare che il turismo post-pandemia richiederà di compiere una sforzo ulteriore sul fronte del miglioramento della comunicazione, in termini di metodi e di contenuti, per intercettare i clienti del proprio bacino territoriale ma anche i nuovi turisti globali

(da Giornale di Brescia, 20.04.2021)