La riforma che non arriverà mai
di Mario Pavoni

In questi giorni si vedono processioni di pensionati con cartellette variopinte fare la coda ai patronati


Qui chiedono il CUD, la rendita catastale, le spese sanitarie sostenute durante l’anno, ecc. Tutto questo per calcolare quanto il pensionato deve versare allo Stato oppure quanto poco gli viene rimborsato.

Tutti i dati raccolti
vengono poi inviati all’agenzia delle entrate, la quale conosce perfettamente tutte le spese sostenute e quindi rintracciabili con l’uso del bancomat o con la carta di credito.

Qualora dovessi pensare di fare “il fai da te“ sono dolori perché tutti gli anni modificano la leggina tale, il paragrafo tale, ecc. Quindi per non commettere errori, è meglio passare dai mestieranti.

Mi chiedo: ma tutto questo dispendio di energie e di denaro è giusto? Non tutti sanno che i patronati (indipendentemente dal colore politico che velatamente professano) prendono soldi sia dai cittadini che dallo Stato.

Perché l’agenzia delle entrate non mi manda una lettera comunicandomi quanto devo pagare allo Stato?
Il nostro erogatore di denaro è l’INPS che non ci tratta troppo bene: ci riconosce l’inflazione annua in una percentuale ridicola.

I “GRANDI“ invece difficilmente si presentano ai patronati a pagare le tasse: loro hanno i paradisi fiscali.

Cordialmente Mario Pavoni