La Vecchia va... in fumo
di Cesare Fumana

Non nel senso tradizionale del termine, ma stante la situazione, anche tutti gli eventi legati a questa tradizione sono stati annullati


In questi giorni che stanno scombussolando la nostra vita, fatichiamo a misurare il tempo. In queste giornate chiusi in casa, che sembrano tutte uguali, forse non ci siamo accorti che siamo già a metà Quaresima.

La tradizione vuole che in questo giorno si bruci la Vecchia, la ècia, la Zobia Mata, come si dice in Valsabbia.

Ovviamente tutti gli eventi già in calendario, organizzati in particolare dagli oratori o da alcune associazioni, sono saltati.

Il rogo della Vecchia, come dicono gli antropologi, è “rito apotropaico”. Significa un rito che scongiura la negatività bruciando, distruggendo o rappresentando elementi maligni. Bruciare la Vecchia significa non solo prendersi una pausa dalla Quaresima, un periodo di privazioni e di “fioretti”: significa anche bruciare tutto il male sul rogo e lasciarselo alle spalle.

Quest’anno la nostra Quaresima va di pari passo con questa quarantena per scongiurare il propagarsi del coronavirus e l’invito, ancora una volta, è quello di rimanere nelle proprie case.

I ragazzi della contrada di Porle che hanno costruito i fantocci per la Vecchia a Vallio Terme (vedi la foto del giorno sul nostro giornale), aspetteranno la fine di questa emergenza per dare al rogo la Vecchia e lasciarsi alle spella questa situazione.

Anche noi non vediamo l’ora di lasciarci alle spalle questa negatività.