Pagare tutti, pagare meno
di Ernesto Cadenelli

Dopo l’estate festaiola al Papetee, la cruda realtà presenta il conto. Il neo governo è alle prese con un’eredità pesante nel far quadrare i conti pubblici e contenere il debito senza ricorrere a nuove tasse


Immaginate per un attimo se si fosse andati avanti le roboanti promesse dei gialloverdi, quale fardello oggi e domani graverebbe, ancor più dell’attuale, sui cittadini italiani e sopratutto i giovani.

Si perché la manovra cui si pensava era tutta prodotta in deficit, che tradotto in dialetto avrebbe portato il Paese, già in piena crisi economica, al default (fallimento).

Al momento le priorità del governo giallorosso sarebbero impedire l’aumento dell’IVA, che graverebbe pesantemente sulle famiglie, e aumentare il reddito netto in busta paga dei lavoratori, taglio del cuneo fiscale.

Viene poi dichiarato un impegno per contrastare e ridurre la mole di evasione fiscale, Iva e contributi che oggi supera abbondantemente i 100 miliardi di euro.

Non si pretende l’azzeramento totale dell’evasione (magari), ma pare a me evidente che il recupero del 30-40% di questi soldi, consentirebbe di risolvere molti dei problemi italiani.

Si potrebbero ridurre in maniera significativa le tasse a chi le paga (onesti) e garantire quote di investimento per servizi essenziali, scuola, sanità, l’assistenza alle persone, ricerca e economia green.
Per questo ritengo che questa battaglia debba diventare il punto primo del programma del Governo. Tutto il resto è subordinato.

Fallire in questo obiettivo
, dopo anni che se ne parla, significherebbe mettere una pietra tombale sulle possibilità di ripresa del Paese e sulla possibilità di offrire un futuro di speranza  alle giovani generazioni.

Occorre uno scatto anche culturale e di mentalità per convincerci che chi fa il furbo frega chi le tasse le paga.
Infatti sovente costoro accedono gratuitamente ai servizi essenziali che lo Stato garantisce scaricando sugli onesti l’onere della loro copertura finanziaria. Per questo vanno isolati nel sentire comune e non invece considerati furbi e bravi (come sovente si sente!).

Badate bene che siamo tutti interessati a questa battaglia, a prescindere dal come votiamo.

Sono convinto che il fenomeno, sia pure con graduazione diverse, sia trasversale nella società italiana.
Esistono certamente i grandi evasori, ma anche i medio-piccoli che messi insieme fanno cifre enormi.
Oggi giorno gli strumenti per il controllo e la denuncia di reati di evasione sono molto affinati e possono dare risultati certi nel breve-medio periodo.

Ci sono però alcune pre-condizioni importanti per l’esito positivo di questa battaglia.

La prima
è che non esiste che il lavoratore dipendente paghi più tasse del proprio datore di lavoro, la seconda che a tutti i cittadini venga data la possibilità di detrarre con benefici significativi, le spese per la manutenzione della casa, dell’automobile e del tempo libero.
 
La terza è che il recuperato, sopratutto nella prima fase, venga destinato al  calo delle tasse sia per lavoratori che per pensionati (che sono tassati due volte avendo già pagato le tasse a suo tempo).

Infine ad affiancare gli organismi ispettivi dello Stato, ci devono essere gli Enti Locali.
I Comuni infatti hanno la possibilità concreta di segnalare situazioni abormi di tenore di vita o quant’altro riguarda i loro cittadini. Tra l’altro la legge Tremonti consente ai Comuni di vedersi ristornato il 100% dell’evasione introitata. Vedere i dati ufficiali.
Certamente è fondamentale che ci sia la volontà politica di andare in questa direzione anche da parte delle Amministrazioni.

Calerà il consenso ai partiti? Io credo di no se ci sarà chiarezza di obiettivi e di mezzi, se ci saranno risultati, ma sopratutto se noi cittadini ci renderemo sempre più consapevoli dell’importanza vitale che assume la sconfitta di questo fenomeno negativo.

Ernesto Cadenelli
Vobarno ottobre 2019