Gino Paoli, la Siae e la Svizzera
di Davide Vedovelli

Il presidente della Siae, istituzione che non si colloca certo tra le più “simpatiche” a chi si occupa di musica, è indagato per aver frodato il fisco


Sarebbe davvero grave se l'ipotesi di reato fosse confermata. Il presidente della Siae italiana, istituzione che non si colloca certo tra le più “simpatiche” a chi si occupa di musica, è indagato per aver evaso il fisco trasferendo in Svizzera circa 2 milioni di euro.

Mi viene in mente la canzone di Ricky Gianco “compagno sì, compagno no, compagno un cazz...”
E' sempre brutto e deludente quando persone che stimi, che nelle loro canzoni parlano di ideali e valori di un certo tipo,  si comportano poi in modo antitetico.

La procura di Genova contesta al cantante genovese il trasferimento all'estero di 2 milioni di euro, sottratti al fisco. Il denaro sarebbe stato inviato in un istituto di credito svizzero.

Come riferisce “Il Sole-24 Ore”, attualmente tre società “Edizioni musicali senza fine”, “Sansa” e “Grande Lontra”, domiciliate a Genova in via Ippolito d'Aste, dove è domiciliata anche la società SIS Data, sono oggetto di perquisizione da parte della Guardia di Finanza che sta svolgendo accertamenti sui movimenti di denaro di Gino Paoli. L'ipotesi degli inquirenti è che l'artista nel 2008 abbia trasferito illecitamente due milioni di euro in Svizzera, facendo mancare 800.000 euro nella dichiarazione dei redditi del 2009. Controlli verrebbero effettuati anche nell'abitazione dell'artista e in uno studio professionale fuori della Liguria. Gli inquirenti sono alla ricerca di prove documentali che sostengano la loro ipotesi.

E' grave che il presidente di un'istituzione come la Siae, che dovrebbe dare l'esempio, essere onesta e trasparente e tutelare davvero chi fa musica, sia indagato per questo tipo di reato.
Mi sarei aspettato le dimissioni immediate, almeno fino al termine del processo, cosa che invece non pare sia ancora avvenuta.