Stefana, chiesta la cassa integrazione straordinaria
di Redazione

Nell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori, l’azienda si è impegnata al pagamento degli stipendi di dicembre e la richiesta della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi per tutti i 700 dipendenti dell’azienda siderurgica di Nave

 
Ancora incertezza nel futuro della Stefana di Nave. Nell’incontro fra i rappresentanti della proprietà e i sindacati, l’azienda ha annunciato la domanda di Cassa integrazione straordinaria (connessa pure alla procedura di concordato) senza anticipi, per gli occupati ai quali la proprietà, come spiegato dai sindacati, dovrebbe corrispondere la mensilità di dicembre entro fine gennaio.
 
Ad illustrare l’esito del faccia a faccia durante l´assemblea dei lavoratori, nell´area antistante lo stabilimento di via Bologna, sono intervenuti Francesco Bertoli (leader della Fiom di Brescia), affiancato da Paolo Franzoni, Fausto Angeli e Antonio Ghirardi (rispettivamente funzionari e componente della segreteria dei meccanici Cgil) e Daniela Pedrali della segreteria Fim (con Luca Aquino e Roberto Farina, operatori dei meccanici Cisl). 
 
Incognite non indifferenti pure riguardo il giorno della possibile ripresa dell´attività (ferma da prima di Natale), slittata a data da destinarsi. Anche alla luce del nuovo stop alla fornitura di gas in tutte le fabbriche del gruppo (dopo quella temporanea dello scorso novembre), scattata in settimana (oltre ai due insediamenti di Nave, la Stefana è presente a Montirone e Ospitaletto), c´è il rischio concreto, è stato evidenziato in assemblea, «che la produzione rimanga al palo almeno fino al termine di questo mese»: un altro aspetto che giustificherebbe la richiesta di Cigs.