Oltre la canna del gas
di Redazione

Acque ancora agitate per il Gruppo Stefana, dove settecento i dipendenti aspettano risposte, dopo che sono scaduti i contratti di solidarietà per 200 lavoratori del laminatoio di via Brescia e dell’acciaieria di Montirone


Nessuna indicazione confortante è emersa dall'atteso faccia a faccia tra i sindacati e la società.
Unica certezza la mobilitazione compatta dei lavoratori, che si sono concentrati nell'area antistante lo stabilimento per ribadire apertamente il «dissenso rispetto all'operato della azienda e la preoccupazione per le prospettive future».

Iniziativa che proseguirà in attesa di sviluppi positivi.
Novità, invece, in merito al confronto con le istituzioni: per questa mattina in municipio a Nave è convocato il tavolo istituzionale che impegnerà il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli, i primi cittadini di Nave (Tiziano Bertoli), Montirone (Francesco Lazzaroni) e Ospitaletto (Giovanni Battista Sarnico) – territori nei quali si trovano le quattro fabbriche della spa siderurgica; più di 700 gli addetti - oltre ai leader territoriali di Fim e Fiom. L'obiettivo sarà di valutare possibili azioni condivise, in un contesto che al momento rimane dai contesti indefiniti.
I sindacati chiederanno di nuovo chiarezza rispetto al futuro degli stabilimenti dove, attualmente, la produzione è ancora ferma per la pausa di fine anno, ma rischia di protrarsi a lungo.

Ulteriore elemento di difficoltà la nuova interruzione della erogazione del gas, che rende improbabile la ripresa della produzione inizialmente prospettata per l’8 di gennaio.

I timori si rafforzano anche in merito al pagamento della mensilità di dicembre (nessuna indicazione ai sindacati dalla società di Nave, intenzionata comunque a proseguire l'attività) e dal mancato rinnovo del contratto di solidarietà, per il quarto anno (il terzo è scaduto a fine 2014), negli insediamenti di Montirone (95 dipendenti) e via Brescia a Nave (108); l'ammortizzatore sociale prosegue, fino a maggio, nelle altre due sedi.