Can che abbaia...
di Ezio Gamberini

Grazia ed io non abbiamo mai ospitato animali in casa. Al massimo qualche pesciolino rosso o un criceto, che abbiamo liberato dopo due mesi sul greto del fiume.


Mai cani, e neppure gatti, se si esclude Micio, un graziosissimo peluche lungo mezza spanna che da anni sonnecchia accanto al telefono, sul mobile in sala.
E’ quindi comprensibile lo stupore che suscita una nostra amica, che per comodità narrativa chiameremo Michela (MA NON E’ IL SUO VERO NOME!).

Michela possiede uno svariato numero di cani e gatti, ai quali è affezionata in modo straordinario. Soprattutto i “trovatelli” e i cuccioli, così deboli e indifesi, la colpiscono per la loro tenerezza; così, vicini e amici, ormai a conoscenza della sua debolezza, sanno dove appoggiarsi in ogni momento. Compra crocchette e sabbia per lettiere a bancali, e credo sia l’unica persona al mondo che, a ogni Natale, invece di donarlo, riceve dal suo veterinario un cesto ricolmo di ogni ben di Dio.
Però, a un certo punto, ha dovuto smettere di accogliere esemplari nella sua dimora, perché altrimenti i suoi genitori, un giorno o l’altro, l’avrebbero cacciata da casa.

E’ così iniziata una fitta ragnatela di scambi telefonici tra appassionati che non riescono a cedere al ricatto di chi si è ritrovato a dover gestire una cucciolata di sette o otto cagnolini: “Se non riesco ad affidarli a qualcuno, li dovrò sopprimere!”, e fanno girare la voce il più possibile, per aumentare le probabilità di successo.
Una mattina la incontriamo, allegra ed euforica: “Oh, come sono contenta: un’amica mi ha detto che ha sentito una signora alla quale interessa un cagnolino. Mi richiamerà nel pomeriggio!”.
L’abbiamo rivista qualche giorno dopo: “Com’è andata con il cagnolino?”.

La telefonata si è svolta in questo modo:
Buongiolno signola, io essele molto intelessata a suo piccolo cane…”.
Michela non è di primo pelo e sa che a volte l’interesse per ottenere l’affidamento di un cucciolo può nascondere altri intenti, spesso tutt’altro che benevoli; perciò rivolge alcune domande all’interlocutore, per carpirne le reali intenzioni:
“Il migliore amico dell’uomo?” le ha chiesto a bruciapelo…
“Mhh… mhh…, ma signola, il migliole amico de l’uomo è… il cane!”
“Brava!”, ha esclamato Michela, proseguendo subito con un altro quesito:
“Can che abbaia?”. E qui la risposta non si è fatta attendere.
Dopo averla udita, Michela ha posato la cornetta del telefono, affranta e sconsolata, e con il nuovo “acquisto” si avvicina sempre più al leggendario traguardo della “Carica dei 101”.
Ah, dimenticavo. La risposta della “signola” al secondo quesito è stata:
“Ancola cludo!”.