Fino all'ultimo lancio
di Elio Vinati

In questa stagione per noi "trotaioli", è facile essere preda di una terribile malattia: la nostalgia da salmonidi

 
Pertanto, memore delle uscite di pesca dell'anno scorso, mi è venuto in mente un toccasana: la riserva invernale sul torrente Pioverna in Valsassina (è necessario esser muniti di licenza e annesso permesso). La meta non è vicina ma è l'unico rimedio. Così, una decina di giorni fa, approfittando della bella giornata di sole, ho rispolverato la mia canna da spinning di 2,40m, mulinello da 2500 e nylon dello 0,22 in bobina. 
 
Mentre ammiravo da un ponte il sinuoso scorrere del torrente sullo sfondo delle orobie lecchesi ho visto alcuni "colleghi" pescatori indaffarati in diverse tecniche. L'adrenalina aumentava e soprattutto le aspettative (viste le mie precedenti esperienze positive e divertenti in tale riserva). Ho armato la canna con i classici rotanti dorati/argentati di diverse dimensioni, 2 massimo 3 (una volta appurato livello e portata).

La specie che ho prevalentemente incontrato è la trota iridea. Questo salmonide ama stazionare in corrente e nelle buche più profonde ed è proprio in questi spot che ho cominciato a far lavorare le mie esche. Dopo numerosi lanci, ho trovato conferma che il torrente non è un supermercato: le catture vanno sudate, sempre e comunque!. Con tenacia, dopo nuovi e ripetuti lanci ho lasciato scendere l'artificiale lungo una corrente sostenuta, dove un brusco e secco stop mi ha indicato la tanto attesa abboccata. La preda si è subito esibita in salti acrobatici nel tentativo di divincolarsi dalla morsa del cucchiaino. Tentativo vano. La sua livrea ricorda veramente l'arcobaleno, non a caso in inglese è denominata "rainbow".
 
La lezione mi era di nuovo chiara e lampante: bisogna crederci sempre fino all'ultimo lancio.