A Roma per la beatificazione
di c.f.

Sono più di 5 mila i fedeli bresciani che parteciperanno domenica in piazza San Pietro alla cerimonia di beatificazione di Paolo VI, presieduta da Papa Francesco

 
 
Il giorno da molti tanto atteso sta finalmente per arrivare. Papa Paolo Vi, al secolo Giovan Battista Montini, il pontefice bresciano nativo di Concesio, salirà sugli onori degli altari domenica prossima, 19 ottobre.
 
Tanti sono i pellegrini che questo fine settimana si recheranno a Roma per partecipare alla cerimonia di beatificazione presieduta in piazza San Pietro da Papa Francesco.
Sono più di 5 mila i bresciani che hanno ritirato presso la curia di Brescia il pass per partecipare alla solenne funzione.
Il pellegrinaggio organizzato dalla diocesi prevede questo sabato la solenne concelebrazione per tutti i bresciani, presieduta dal vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, presso il Santuario del Divino Amore.
Alla cerimonia di domenica in San Pietro sarà presente anche il Papa emerito Benedetto XVI.
Lunedì mattina sarà invece celebrata una Messa di Ringraziamento presso la Chiesa di San Paolo Fuori le mura presieduta dal cardinal Angelo Scola, arcivescovo di Milano, diocesi guidata dal card. Montini prima di essere eletto Papa.
 
 
Paolo VI, un Papa geniale, impegnato nel dialogo con tutti, dotato di una grande spiritualità, ha detto il cardinale Giovanni Battista Re, bresciano come Montini, che del futuro Beato è stato anche collaboratore. Il porporato ha sottolineato quanto sia stato fondamentale il ruolo di Paolo VI nel portare a termine il Concilio Vaticano II. Ha poi ricordato che proprio a Montini si deve l’istituzione del Sinodo. Quindi, ha messo l’accento sulla modernità incarnata dallo stile e dall’azione pastorale del nuovo Beato:
“Pochi come lui hanno saputo capire le ansie, le attese e le aspirazioni degli uomini e delle donne del nostro tempo. Fu proprio molto sensibile alle sfide che la modernità poneva alla fede e in questo si rivelò un grande uomo di dialogo”.

Il cardinale Re ha ricordato i tanti primati di Paolo VI, primo Papa a viaggiare all’estero a partire dallo storico viaggio in Terra Santa nel gennaio del 1964. Non era un Papa “amletico” come qualcuno sosteneva, ha detto ancora il porporato, ma in realtà era un uomo che voleva sempre approfondire le regioni degli altri. Paolo VI, definito da Papa Francesco “la mia luce” nell’età della gioventù, ha soggiunto il card. Re, è stato inoltre Papa vicino ai poveri. Fece vendere la sua tiara e i soldi ricavati furono donati a Madre Teresa per i suoi poveri in India. Inoltre riformò profondamente la Curia Romana. Il cardinale Re ha auspicato dunque che la Beatificazione faccia riscoprire Paolo VI:
“L’augurio è proprio questo: che la beatificazione di Paolo VI serva a far conoscere di più questo Papa e anche a far accogliere il grande messaggio che ci viene da tutta la sua vita, che è stata realmente ricca di spiritualità”.
 
Dal canto suo, il postulatore, padre Marrazzo ha ricordato che non si beatifica solo il Papa ma tutto l’uomo Giovanni Battista Montini. Ha così evidenziato che Paolo VI ha sempre difeso la vita e colpisce dunque che il miracolo che gli consente di salire agli onori degli altari sia proprio la guarigione di un feto gravemente malato alla 24.ma settimana, avvenuto 13 anni fa negli Stati Uniti. Padre Antonio Marrazzo ha raccontato il felice epilogo della vicenda dopo le preghiere dei genitori a Paolo VI:
“Praticamente alla 34.ma settimana di gravidanza, abbiamo una remissione spontanea della patologia. E non solo: alla 39.ma settimana il bambino nasce dopo 15 settimane di preghiere e di speranza, nasce in buone condizioni, completamente sano, con una spontanea attività di pianto e di respirazione”.
 
Il bambino, un tredicenne, è sano. Il postulatore ha poi spiegato che né lui né i suoi genitori – per questione di privacy – saranno alla Beatificazione. L’immagine dell’arazzo di Paolo VI è tratto da una foto di Pepi Merisio e ritrae Montini in piedi sorridente con le mani levate verso il cielo. E’ stato dunque reso noto che il corpo del Beato rimarrà nella tomba attuale nelle Grotte Vaticane e che non è stata fatta ricognizione sul corpo. Come reliquia che verrà presentata a Papa Francesco – durante la celebrazione – ci sarà, in una teca, una maglia macchiata di sangue che Paolo VI indossava a Manila quando fu vittima di un attentato.
 
Dal canto loro, i rappresentanti delle diocesi di Brescia, don Lanzoni, e di Milano, don Milani, hanno informato su tutta una serie di iniziative legate alla Beatificazione. In particolare a Brescia, terra natale del Beato, si vivrà un Anno montiniano proprio a partire da domenica fino all’ 8 dicembre del 2015. In tutte le parrocchie bresciane e ambrosiane saranno inoltre celebrate delle veglie di preghiera.
A Roma, infine, sono attesi almeno 5 mila fedeli da Brescia e 3 mila da Milano.