Chi è causa del mio mal...
di Ezio Gamberini

«Ahia, hai tenuto il tallone appoggiato sulla mia gamba, che male… mi metterei a piangere!» mi comunica al risveglio Grazia, che ultimamente ha le gambe un po’ “sifole”


Ci penso un po’ su e poi mi viene spontanea la citazione che resterà imperitura nella memoria, eterno e immortale monito per i posteri, incancellabile esortazione che si fisserà in modo indelebile nella mente di chiunque avrà la fortuna di poterla apprendere:

“Chi è causa del mio mal… pianga se stesso”.


Non riesco a immaginare la mia vita senza Grazia; a fine settembre abbiamo festeggiato il trentatreesimo anniversario di matrimonio, che assommati ai quattro di fidanzamento, porta alla bella percentuale del 68,51% della propria vita trascorsa insieme (abbiamo la stessa età).

Quando festeggeremo il sessantesimo anniversario, e sicuramente saremo ancora due bei giovanotti di ottantuno anni, la percentuale sarà del 74,07% .
Insomma, per arrivare a una percentuale decente del 90% vissuto insieme, dovremo aspettare il duecentesimo anniversario di matrimonio, quando ne avremo duecentoventuno.

La matematica non è un’opinione, perciò avevo calcolato che il mio melograno, il quale non ha generato frutti per i primi due anni, dopo averne prodotto uno il terzo anno, tre il quarto, nove il quinto e ventisette il sesto (è proprio così, ve lo posso assicurare!), nel settimo, secondo una semplicissima logica esponenziale, avrebbe dovuto produrne ottantuno, duecentoquarantatre l’ottavo, settecentoventinove il nono e oggi, raggiunto il tredicesimo anno, avrei dovuto raccogliere cinquantanovemilaquarantanove melograni: insomma, uno per ogni abitante della Valle Sabbia, da Serle a Bagolino!

Un po’ troppi, allora ho deciso di tagliare qualche ramo così il raccolto è più gestibile.
Ho cominciato una cura dimagrante, ma non voglio tirarmi troppo il collo.
D’accordo, non si vive per ingerire cibo, ma, al contrario, ci si alimenta per vivere; però mangiare, e soprattutto mangiare bene, è davvero piacevolissimo.

E poi mi fanno paura quelli che calano troppo precipitosamente.
Così, con questa dieta, mi sono ripromesso di calare non più di due grammi a settimana; sono certo che ci riuscirò, senza fare troppa fatica.
Amici, nel 2033 sarò diminuito di due chilogrammi! E saranno chilogrammi che non recupererò mai più, essendo frutto di un percorso lento e ragionato, anche perché m’impegnerò a fondo per non tornare come prima.

E vi prometto che, come sempre, anche allora vi terrò informati: fra diciannove anni, virus Ebola permettendo, farò sapere a tutti com’è andata!