Le mele di Brione valgono bene una festa
di c.f.
Si svolgerà questo sabato nel comune valtrumplino la prima sagra dedicata alla mele, la cui coltivazione un tempo era molto diffusa
“Come Amministrazione Comunale intendiamo recuperare la tradizione della coltivazione e raccolta delle mele, valorizzando nello stesso tempo un prodotto tipico brionese”.
È questo, come dice il sindaco Antonella Montini, l’intento che si prefiggi la prima festa delle mele di Brione, in calendario per l’intera giornata di oggi, sabato 11 ottobre.
Grazie alla fattiva collaborazione delle scuole primaria e dell´infanzia, della Comunità Montana di Valle Trompia, di ristoratori, commercianti e associazioni d´arma del paese, l´Amministrazione ha messo in piedi un calendario di appuntamenti introdotti, alle 10 del mattino, dalla piantumazione di alcuni meli a cura degli alunni e delle insegnanti delle elementari. Nel pomeriggio, a partire dalle 18, la palestra ospiterà il dibattito dal titolo «La coltivazione delle mele tra passato e futuro», con l´agronomo Ocildo Stival pronto a rispondere alle domande del pubblico. Seguiranno una gara di dolci e una degustazione di prodotti a base di mele. In serata musica e balli.
L'economia di Brione è sempre stata legata all'attività agricola, all'allevamento e al taglio dei boschi. Quasi tutti si dedicavano alla coltivazione di campi e di orti, dai quali veniva tratto il necessario per il sostentamento. Brione è una terra ideale per la frutticoltura o almeno lo è stata fino all'introduzione dei macchinari non molto adatti per le coltivazioni delle colline e delle montagne. Sui pendii che caratterizzano il comune era possibile,a seconda dell'altitudine,far crescere vari tipi di alberi da frutto. Così da S. Zenone ad Aquilini, da Barche a Vesalla, praticamente in tutte le località del comune c'erano alberi da frutto che in primavera si coloravano di bellissimi fiori. Si producevano soprattutto mele, ma anche prugne,ciliegie,amarene e noci. Per la raccolta bisognava salire sulle alte scale ,ma alcuni utilizzavano anche altri strumenti. Per esempio la "pomarola", un utensile di legno e "htropei" che permetteva di cogliere le mele senza toccarle, anche perché spesso erano maturate sui rami più alti. Parecchie erano le qualità delle mele: particolarmente pregiate erano quelle destinate a resistere nel corso dell'inverno. Erano conservate in stanze apposite, dalle quali si diffondeva negli ambienti il caratteristico profumo delle mele. Queste sono alcune brevi notizie per dire che le mele fanno parte della nostra storia ed è bello ricordare, attraverso una festa, un passato caratterizzato da piccole cose, ma essenziali nel loro significato e nella loro funzione.