Pesca d'alta quota
di Elio Vinati

Pensieri e domande affollano la mia testa e mi rendono inquieto: la chiusura della pesca si avvicina (la prima domenica d'ottobre in provincia di Brescia per le acque a salmonidi) e non so e non ho ancora deciso su quale fiume andare a finire la stagione


Approfitto del bel tempo e del clima temperato di quest'inizio autunno per inoltrarmi nuovamente (vedasi articolo "Un piccolo rio per una grande pescata") su un torrente in alta quota, intorno ai 1700 e 1800m. Il comportamento delle trote in questo periodo cambia radicalmente perchè sentono, oltre all'approssimarsi delle rigide temperature invernali, l'imminente periodo della frega, andando alla ricerca di comodi letti per la riproduzione. E' per questo motivo che la pesca alla trota giustamente chiude nel periodo autunno-inverno.

I livelli e la portata appaiono buoni per la mosca secca, pertanto innesco subito un'imitazione di un bruco (che appartiene alla vasta gamma di esche denominate in gergo moschistico "terrestrial") su amo del 12. Comincio a sondare tutte le lame e i raschi, ogni buca con la massima concentrazione. Ma le trote non rispondono, nonostante i cambi di mosca artificiale che ho effettuato sia per colore che per dimensione. La completa assenza di attività a galla mi induce a battere l'ultimo tratto del torrente a spinning. Utilizzo la mia 2,10m e un classico rotante dorato del 2. Dopo pochi lanci trovo conferma sul fatto che i pinnuti si stanno nutrendo sul fondo, infatti una bella fario cede alla tentazione della mia esca. La giornata si rivelerà comunque avara di catture, ma ricca di soddisfazione per lo splendido paesaggio alpino.

Il triplice fischio di una marmotta mi avverte che è ora di chiudere la canna e tornare a casa. E' tempo di pensare a nuovi obiettivi e nuove prede, perchè la pesca alla trota chiude ma io non smetto di pescare...