Un piccolo rio per una grande pescata
di Elio Vinati

Mi spingo nuovamente su un piccolo torrente alpino, preferendolo ai fiumi di fondo valle, frequentati spesso durante il periodo primaverile


Nonostante le temperature non elevate (mi trovo comunque a 1500m) decido di pescare a mosca secca.
Utilizzo una canna da 7'6'' piedi, coda 5 DT (doppio fusto).
Innesco la mia "micidial" (vedi articolo il pescatore e la sua mosca) su amo del 10-12, finale dello 0,16mm di circa 2,50 m, più corto del solito al fine di garantire una maggiore reattività nella ferrata.

In queste tipologie di ambienti non occorrono lanci lunghi, ma la precisione è comunque fondamentale.
La difficoltà risiede soprattutto nella folta vegetazione cirscostante al torrente, dove molto spesso le mie fidate creazioni (ore e ore di "lavoro" al morsetto) restano perdute per sempre a "sventolare" sui rami.

Prima di iniziare, mi soffermo a guardare lo splendido paesaggio che mi circonda e ne resto piacevolmente esterefatto.
I grandi abeti affiancano e accompagnano il torrente nella sua impetuosa e lunga discesa a valle.
Dopo aver affrontato le prime buche, mi accorgo che le trote di questo ruscello salgono verso la mia imitazione artificiale molto lentamente, un vero spettacolo, ma spesso l'emozione mi fa sbagliare la ferrata.

Ritrovo subito la concentrazione e la freddezza necessaria in un veloce raschio dal quale emerge una fario di buone dimensioni impegnandomi in un combattimento ostico e faticoso.

Altre adrenaliche catture contribuiscono a rendere memorabile la giornata di pesca.
E' straordinario come da buche o raschi apparentemente piccoli fuoriescano trote di taglia notevole: adoro inoltrarmi nei torrenti di montagna e quindi ci tornerò...