Il sale rosa dell'Himalaya
di Laura

Camilla Baresani, autrice bresciana, scrive in un modo molto originale: utilizza un italiano spigoloso, asciutto. Il libro non scade il dolorosismi scontati o sentimentalismi prevedibili



Una sera, mentre preparate la cena per un potenziale cliente vi accorgete che vi manca un ingrediente particolare: il sale rosa dell’Himalaya.
In fretta scendete a comprarlo, sicuri di ritornare a casa in poche decine di minuti.
Ma proprio in mezzo alla strada succede qualcosa di tragico, inaspettato, che manda all’aria la serata con il cliente, i progetti, il futuro, e niente sarà più come prima. E poi cosa succede?
 
La risposta di Camilla Baresani è nel suo ultimo libro Il sale rosa dell’Himalaya, edito da Bompiani.
La protagonista del romanzo, Giada Carrara è una ragazza della provincia  che vuole fare carriera nella Milano rampante dei giorni nostri ed è appunto in procinto di cenare con un cliente. Ma il destino, nascosto sotto l’urgente necessità del sale rosa, è in agguato. La ragazza viene rapita, mentre sta andando a comprare il fatale ingrediente, da due balordi. A distanza di pochi giorni iniziano le ricerche.
 
Dopo la sparizione della ragazza ecco che si presentano nella storia le persone che gravitano intorno a Giada, vuoi per senso di rivalsa, egocentrismo, interesse, con la scusa di aiutare le indagini danno un immagine di lei deformata e negativa, facendola diventare da vittima a mostro.
 
La scrittura si mantiene in equilibrio perfetto tra irriverenza ed ironia e la scrittrice riesce a coinvolgere il lettore in una storia crudele, riuscendo persino a divertirlo mostrando la bassezza, la meschinità, dell’essere umano senza però usare mai l’orrore.