Biologico ed Ecologico, due truffe lessicali
di Aldo Vaglia

Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano  polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico


Confondere l’ecologico con il non inquinante, e il biologico con: il sano, il puro, il buono, il pulito, il naturale, è un modo per camuffare il discorso dietro ideologie e non capire di cosa si parla.
È fare di tutta l’erba un fascio; è dare delle ragioni politiche a chi sulla lotta alla scienza, all’industria, al lavoro, fa una guerra “romantica” che prende le sue legittimazioni dalla “natura benigna” contrapposta alla “società cattiva”, saltando a pie pari 200 anni di storia.

Vallesabbianews dà spazio a questo dibattito
, che è fondamentale per capire che futuro riserveremo a chi viene dopo di noi; e giustamente nel suo equilibrio pluralistico pubblica i pro e i contro delle scelte che vengono fatte.
Dalla lettura di articoli e commenti scaturisce però la difficoltà che “l’opinione pubblica” incontra ad uscire dal “politichese” ed orientarsi in una dimensione che prenda la scientificità come fondamento.

Non è una questione di cattiva volontà
, ma è la mistificazione che politica e informazione compiono quotidianamente, non si sa se per incompetenza o malafede, o per una deliberata volontà di oscurare le questioni sotto false propagande.
Sta di fatto che la confusione regna totale ed ogni giorno s’inventa qualche comitato per la lotta contro “l’ordigno fine del mondo” senza distinguere un petardo da una bomba atomica.

Sulla stessa confusione di termini si giocano anche le parole “naturale e artificiale”, come se dopo “l’uomo agricoltore” possa ancora avere senso questa distinzione; e così al biologico viene risposto con il termine biotecnologico, invece di usare OGM, perché ciò che salverà veramente il mondo dalla fame, è denigrato dall’un percento di buon gustai, che sulle mode e l’ignoranza si arricchiscono.
Un fine stratagemma per esaltare quei prodotti, che necessitano di quantità industriali di antiparassitari e concimi (seppure naturali), le cui scarse produzioni metterebbero in ginocchio l’umanità se diventassero l’unico modo di coltivare.

La scienza va conosciuta e dominata, tra i compiti della politica ci dovrebbe essere anche questo; non può però essere demonizzata da dilettanti, che hanno il momentaneo potere o di maggioranza per governare, o di opposizione per porre dei veti; la conoscenza necessita di studio e senso critico.

L’uso delle parole appropriate è indispensabile per non incorrere in facili demagogie.
E così non si fa intendere che ecologico è il contrario di inquinante e biologico il sano dell’agricoltura che non usa concimi chimici.
Richiamarsi poi a principi di democrazia diretta ogni qualvolta si voglia contestare un’opera, senza la necessarie controdeduzioni scientifiche, è sempre un’operazione di dubbia correttezza. 
Sull’onda populista è facile ottenere  risultati. Una sinistra cosciente e responsabile ha sempre visto con sospetto il ricorso alla piazza su certe questioni. La costituzione ha vietato quelle di ordine economico.

Riserve e risorse sono  termini più consoni per una discussione su costi e benefici, mettendo sempre al centro la salute dei cittadini, ma senza nemmeno dimenticarsi che produce più “effetto serra” un allevamento  di bestiame che un pozzo di petrolio.