Ai confini della Valtrompia
di Elio Vinati

Sveglia all'alba. E' tempo di andare in alto, là dove nascono e sgorgano i torrenti che hanno nutrito, protetto e nascosto per tutto l'inverno la trota fario


Meta: un torrente ai confini della nostra valle, in val Palot.
Le previsioni meteo annunciano temporali ma per il momento la giornata è serena.
Abbandono la comoda accessibilità dei fiumi di fondovalle per addentrarmi in luoghi più selvaggi, dove la natura mi fa compagnia.

Scarpino alla ricerca del pregiato salmonide. Appena mi immergo nel bosco e nel verde che ricoprono il torrente un merlo acquaiolo scendendo in picchiata con una elegante acrobazia mi segnala il corso d'acqua.

Fondamentale per affrontare questi torrenti è l'avvicinamento e l'approccio all'acqua: muoversi come un "apache", silenziosi.
Infatti le trote selvatiche fuggono e si rintanano al minimo sospetto.

Visto l'ambiente ristretto, dovrei usare una canna da 1,80m, ma azzardo, o meglio confido ancora nella mia 2,40m.
Questa canna mi consente di sfruttare al meglio il lancio cosiddetto a "pendolo". I diversi ostacoli che si incontrano lungo questi torrenti (rami, rocce, arbusti etc..) rendono questo tipo di lancio quasi obbligato ai fini dell'accuratezza e precisione.

Per l'occasione utilizzo uno spinning leggero, ossia prevalentemente piccoli rotanti del 2 o martin del 4-6.
Spesso il primo lancio si rivela decisivo, ma la mia esperienza mi induce a farne diversi con traiettorie differenti.
I risultati non tardano ad arrivare, svariate trote cadono nell'inganno, infastidite dai miei cucchiani.

Soddisfatto dalla bella giornata, pregusto la prossima uscita ad altitudini più elevate, sempre più vicino alle sorgenti.