Tempeste estive in vallesabbia
di Itu

Finirà prima o poi questo scendere d'acqua, ci lamenteremo del caldo e poi ancora nell'ammollo: sembra di vivere una stagione tropicale



Da che mi ricordo in questa valle il solstizio è un riferimento certo di incertezza barometrica: o le piogge hanno sfiancato i nervi nel maggio e giugno o come in questi giorni si avanza nel fradicio temporalesco che minaccia ad ogni ora i ritmi di umori di terra, di animali ed anche di qualche sensibile umano.
Luglio ama solo chi fa vacanza al mare, ma siccome è finito il tempo delle vacanze, tocca capire che succede nel nostro panorama e armarci d'ombrello.

Il cielo si spezza di bagliori saettanti, il grigio s'impossessa di tutto l'orizzonte aereo, frulla scomposto un vento che attorciglia le fronde pesanti di verde degli alberi, s'incrina la bolla di caldo e prima macchiando il selciato e le pietre e poi scrosciando in rumore di guerra arriva la tempesta d'acqua.

Sono satolle le piante che cariche di frutta non sanno come fare a sostenerla ancora per il tempo della raccolta: solo il sole riuscirebbe a salvarla.
Il basilico è annichilito dallo sgrondare d'acqua, il mio nel vaso devo ripararlo sotto il balcone e mostra offeso delle foglioline bucate e striminzite che non possono regalare odore ai miei sughi.

I gatti si puliscono forsennatamente passandosi le zampe sopra la testa e poi si accasciano storditi dall'abbassamento di pressione.

Il clima tropicale in alternanza di sole e pioggia in cicli quasi statici di tre settimane crea disegni nuovi: l'erba si sveglia dalla terra ed anche tra le crepe di asfalto del manto stradale, le gocce imperlano ogni confine, l'odore umido impolpa la terra, il rumore dei temporali rende elettrico contrattare appuntamenti.