Il meglio è nemico del bene!
di Aldo Vaglia

Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardino”


Il compromesso è una brutta parola solo per gli italiani, ma senza compromesso non si va da nessuna parte.
Per combattere il “compromesso storico” sono state scatenate le Brigate Rosse, che hanno compiuto a pieno titolo la loro missione: restaurare il sistema ed allontanare i comunisti dal governo del paese.
In questa loro azione hanno avuto molti alleati occulti, la loro insipienza non ha però convinto, quelle frange della sinistra che ancora si attardano a ricercare la “purezza”, e fanno del “tanto peggio tanto meglio” la loro bandiera.

Il compromesso non è necessariamente la rinuncia delle proprie convinzioni, è solo la possibilità di conseguire risultati.
Non vale solo per la politica vale per la vita.
Da trent’anni si dibatte sulle riforme istituzionali e non si viene a capo di niente.
Il motivo è semplice: la ricerca dell’ottimo nasconde la volontà di non fare.

Sarebbe oggi troppo scoperto e volgare
, dopo anni di antipolitica e di sprechi, dove il bicameralismo perfetto e il numero eccessivo di parlamentari sono stati citati tra le cause, dire esplicitamente che il Senato debba rimanere e che i senatori continuino ad essere eletti. (meglio se nominati)
È per questo che la strategia è cambiata: dall’aboliamo tutto si è passati a ricerchiamo il meglio; che equivale a dire non facciamo niente anche per i prossimi anni.

In Italia già Fanfani diceva: «quando un politico non vuole fare una cosa che invece è voluta da molti, non dice mai: “un la voglio fare”; dice: “la voglio, va fatta, ma si può far meglio!”.
E siccome come lei sa
(parlava con Massimo Alderighi) su questa terra nulla è perfetto e tutto è perfettibile, in questa continua ricerca della soluzione perfetta, per definizione irraggiungibile, “un si fa mai nulla”».

I puristi della sinistra non sono più soli; trovano alleati a destra, come era prevedibile; e li trovano nel movimento 5Stelle, che senza alcun senso del ridicolo, vorrebbero far passare la fine dei vitalizi per “colpi di stato”, a cui loro contrappongono la “guerriglia democratica”; non fatta da bombe, ma da logorree, che confondono l’ostruzionismo parolaio con la rivoluzione.
E così il loro sedersi a un tavolo per cercare un compromesso viene così anticipato: “questa riforma è un crimine”, “Renzi pensa che il Senato sia come Gaza”, “fermiamo il Golpe”, “non era mai accaduto nella storia”, “cosa manca per dire dittatura? ”.

Il «più che un “colpo di stato”, è “un colpo di sole”», in risposta, è un immeritato complimento.
Se fosse un colpo di sole, anche con questo tempo, potremmo nutrire speranze, purtroppo è un sentire comune è una cultura moralista e pre-industriale, che ha i suoi epigoni, non in chi cerca di cambiare le cose perché ha fame, ma in chi vuole che così rimangano perché a loro le “brioche” non mancano.