Come sono diventato comunista
di Aldo Vaglia

«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»


Uno strano libro vince il premio Strega; un romanzo sulla sinistra che mischia pubblico e privato.
Un racconto in cui molti possono ritrovarsi e molti altri disconoscersi, ma nessuno sottrarsi alle pungenti e straordinarie  contestazioni che puntualmente l’autore riserva ai vari passaggi della vita politica nazionale .

All’inizio è la vita privata: un padre “fascista”, una madre “superficiale” un impossibile amore per una compagna di banco, paladina della sinistra rivoluzionaria.
Quel gol di Jurgen Sparwasser della DDR, alla Germania dell’Ovest, cambierà per sempre la sua vita e i rapporti con il mondo. Gli farà scoprire da che parte e con chi stare, consapevole che il padre non potrà pensare altro del figlio che: si  droghi, faccia il terrorista, non si  lavi, pensi solo ai ceti più bassi, non ami i suoi genitori e non si laureerà mai…

Il titolo del libro è però molto più intrigante:Il desiderio di essere come Tutti”.
Uno schiaffo a chi della diversità, della purezza, dei principi etici, predicati e non praticati, si è fatto paladino.
Mette a nudo il fardello di retorica ed ipocrisie che la sinistra si porta appresso, la supposta superiorità intellettuale che, con la diversità, sono il motivo principale delle sconfitte e dell’irresponsabilità, il luogo privilegiato per le vanità.
Quel TUTTI scritto in rosso che campeggiava sulla prima pagina dell’Unità ai funerali di Berlinguer diventa il titolo del libro e l’atto d’accusa per una sinistra “pura e reazionaria” che nulla vuol cambiare perché di nulla si sente responsabile.

Il compromesso Storico, il momento di maggior spinta per la modernizzazione del paese, l’incontro tra due mondi fino allora separati e contrapposti l’unica possibilità che aveva l’Italia per uscire non solo dalla crisi economica, ma anche morale, trova nei “duri e puri” le più grosse resistenze.
Le forze della reazione capiscono immediatamente che dal  gioco sarebbero state escluse e rispondono di conseguenza.  

Il dopo Moro e  Berlinguer è un susseguirsi di Caporetto che vedrà la sinistra sempre più incapace di elaborare strategie, di intuire il nuovo e diventarne artefice. Verrà così prima sostituita da Craxi; e la “discesa in campo” di Berlusconi la troverà totalmente inadeguata ed autolesionista.
Tanto da abbattere, con Bertinotti e in seguito con D’Alema (che si allea con Cossiga) il governo Prodi, che per un caso di mancata alleanza delle destre, era riuscita a conquistare.

L’impurità di Berlusconi contrapposta alla purezza di Berlinguer è un modo distorto d’interpretare le pur nobili diversità che ci sono; e una profonda limitazione del pensiero di Berlinguer e della sua politica, che sapeva ben distinguere “l’etica dei principi” e “l’etica delle responsabilità” come le definiva Max Weber.
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Così commenta l’autore Francesco Piccolo: “mi sembra di avere raggiunto  attraverso l’impurità, un equilibrio condivisibile con il mondo intorno.
Però proprio adesso, nel momento in cui ho creduto di avercela fatta, succede che la purezza sta tornando con energia inarrestabile, si sta impadronendo della sinistra e dell’Italia, spazzando via tutto il resto.
Che sia antipolitica, che sia qualunquismo, che sia qualsiasi cosa che possa diventare, è tornata prepotente l’idea che l’etica sia l’unico spazio, l’unico mezzo, l’unico fine della vita pubblica
”.

.Francesco Piccolo - Il desiderio di essere come TUTTI - Einaudi