La speranza di cambiare il Paese
di Celso Vassalini

La lettera di un lettore rifeltte sul risultato elettorale dello scorso 25 maggio e sulla speranza che le riforme (in italia e in Europa) possano finalmente cambiare il destino del Paese 


Cortese Direttore,

il successo ottenuto dai democratici alle elezioni del 25 maggio scorso è un risultato bellissimo ma è anche un investimento su ciascuno di noi: ci carica di una responsabilità spaventosa.

Un’attestazione di speranza da parte dei cittadini nei confronti delle nostre città, che vogliono cambiare l’Italia. Nel 40,8% dei consensi non c’è solo un buon risultato del Pd-pse, del governo, di un singolo o gruppo dirigente. È molto di più: un’attestazione di speranza sconvolgente.

Sulle battaglie in Europa o contro burocrazia, ma come lettura del voto, l’unica carta che il Pd-pse deve giocare nei prossimi mille giorni è una gigantesca sfida educativa, culturale, di rilancio di Brescia e del Paese che parta dalla scuola, la cultura, l’innovazione-ricerca. 

Se lo consideriamo come un investimento per provare a cambiare l’Italia, diventa il modo per ripartire consapevoli di ciò che è accaduto. Sul breve periodo in Italia si deve combattere la disoccupazione giovanile sconvolgente e recuperare speranza, entusiasmo, perché c’è tanta domanda di bella Italia nel mondo, c’è tanta voglia di un’Italia che torni a correre ed esprimere speranza.

Su tre temi dovranno giocare i dirigenti del partito, la battaglia delle prossime settimane: l’Europa, la disoccupazione «sconvolgente» giovanile e una «gigantesca campagna» per l’educazione e la scuola. Siamo a un bivio. Basta col piccolo cabotaggio e la tribuna da offrire al politico di turno. 

Avanti, Avanti con le “RIFORME”… entriamo nella Terza Repubblica.. una nuova primavera per l’Italia… con orgoglio. Nel breve periodo, prima del semestre europeo, c’è un elenco imbarazzante di cose da fare: la riforma pubblica amministrazione, che si collega alla riforma del terzo settore, e la riforma della Giustizia. Il risultato elettorale è un investimento per cambiare l’Italia.

Ma se non siamo nelle condizioni di modificare l’impostazione dell’Europa, è una delle più grandi occasioni che abbiamo perduto. Nel 40,8%, non c’è solo un buon risultato del PD-pse, del governo, di un singolo o gruppo dirigente. È molto di più: un’attestazione di speranza sconvolgente si è in Europa non per farsi spiegare cosa dobbiamo fare.

Ma per proporre con rispetto delle soluzioni che parlino di più alle imprese e alle famiglie e un po’ meno a chi vive di rendita. Dalla crisi esci se prendi questo 40,8% e hai il coraggio di fare l’unica grande vera rivoluzione, che è quella educativa, partendo dalla scuola.

Quel 40,8% è davvero in buone mani”. “I Democratici hanno in mente un’Italia che cambia radicalmente, che mette al centro l’educazione, la formazione, il lavoro, la semplificazione burocratica. Mette al centro le riforme, quelle costituzionali, quella elettorale, quella della giustizia, del fisco”.

Avanti con le riforme. Adesso spetta a noi dimostrare di essere all’altezza della promessa di innovazione. Se condurremo questa battaglia insieme, ce la faremo”. Con il 40,8% possiamo e dobbiamo fare le riforme.
 
Celso Vassalini