Compiti estivi
di Itu

Nella scuola dell'obbligo il tempo didattico prosegue ad aule chiuse in "collaborazione" con genitori che per tre mesi cercheranno di spegnere i vari monitor di casa per favorire il consolidamento degli obiettivi raggiunti



Riparte quel motore irriverente che spalanca la voragine delle guerre estive tra generazioni e nelle famiglie dabbene: inizia per la verità in maggio, il rumore occultato dalle valanghe di libri da consultare per le classi dell'obbligo per l'anno scolastico successivo, rimane la coda più o meno condizionata del testo da compilare nei mesi delle aule chiuse.

Chi ha figli si è abituato da parecchi anni alla sfida di quel libretto accattivante di immagini di spiagge e vele a sfondo azzurro che rimane sbeffeggiante sul tavolo della cucina tante volte il pargolo fosse intenzionato ad esser preso in giro dai soliti giochini pretestuosi di conoscenza nuova e voglioso di vergare gli spazi vuoti di esercizi "invitanti".

A fine estate li ho trovati sgualciti, zuppi di olio e pomodoro e di merende umide, senza gli opportuni spazi riempiti con le risposte giuste, imbarazzata aiutavo i miei figli a inserirlo nello zaino lavato di fresco e vicino a quaderni e libri profumati di stampa, per prima vergognosa di non essere stata abbastanza severa per concludere e consolidare gli obiettivi posti dalla scuola che d'estate chiede assistenza didattica alle famiglie.

Forse per questo mi sono incuriosita di una maestra che non solo ha tralasciato volutamente il sussidio estivo alle case editrici, ma ha suggerito ai genitori di fare compiti come preparare insieme colazioni e pranzi, passeggiare con i nonni, andare a fare le spese al supermercato e spiegare quello che si sceglie e perchè da cucinare, rifare il letto e ordinare le cose della camera, incontrare più amichetti possibile all'aperto a tutte le ore della luce e anche del buio, perchè è diverso giocare di giorno e di notte.

Compiti di incommensurabile difficoltà che stravolgono gli itinerari dei nostri figli, perchè ci vuole una pazienza titanica al genitore e al figlio per raggiungere in tre mesi uno solo di questi obiettivi, abituati entrambi ad entrare in un mondo di clik invisibile al fare.

Provocazioni quindi che smuovono dal basso i temi dell'educazione, un terremoto che se partisse scuote troppo le menti appisolate.

Ma io so che niente si muove se non vogliamo e che la risposta adulta esce dalla bocca del figlio: e quando c'è tempo di incontrarsi per fare tutte quelle belle cose insieme?