L'etnografa Carla Fausti in concorso all'Ischia Film Festival
di Andrea Alesci

Il prossimo 28 giugno sarà presentato al Festival internazionala partenopeo diretto da Pupi Avati un lavoro documentario realizzato in Egitto dall'etnografa triumplina 


Un documentario della ricercatrice etnografica triumplina Carla Fausti è stato selezionato all'Ischia Film Festival diretto da Pupi Avati.

Il prossimo 28 giugno sarà proiettato "Noura Saied e la vita contadina del sud Egitto", diretto proprio da Carla Fausti, che da alcuni anni è impegnata nella realizzazione di filmati etnografici, fra cui quelli recentemente dedicati alla valorizzazione del formaggio Nostrano Valtrompia DOP, commissionati da Consorzio di tutela, Gal Gölem e Comunità montana di Valle Trompia.

L’autrice, profondamente legata alla sua terra e interessata a documentare storie di vita e di lavoro di contadini e artigiani, in questo suo primo documentario ha voluto ritrarre la realtà contadina di un piccolo villaggio rurale situato fra la Valle dei Re e Luxor, attraverso lo sguardo di una bambina, la piccola Noura.

Nel film sono documentati alcuni momenti di lavoro e di vita di una famiglia contadina, stretta attorno a una piccola comunità agricola: la raccolta della canna da zucchero e del trifoglio per gli animali, l’allevamento, i momenti di riposo, la costruzione di una nuova abitazione.

Attraverso le attività che si svolgono nelle immediate vicinanze della casa, ci si avvicina gradualmente all’intimità dello spazio domestico assistendo alla preparazione e alla cottura del pane, al pranzo, alla danza, al rituale del narghilè, alle conversazioni fra i parenti.

Noura Saied ha cinque anni ed è figlia e nipote di contadini. Partecipa alla vita della famiglia, aiutando come può e spesso intralciando i famigliari nelle varie occupazioni, imitandone i gesti e le parole che reinventa a modo suo nei suoi giochi di bambina.

I bambini in Egitto crescono molto liberi nella loro prima infanzia; vengono spesso del tutto ignorati o, talvolta, provocati perché si rafforzino nel corpo e nel carattere.

Noura, con la vivacità e la curiosità propria dell'infanzia, ci conduce attraverso la trama del documentario: è lei che si intromette nelle conversazioni e che si intrufola durante i lavori degli adulti; è lei che pretende la nostra attenzione per poi prendersi gioco di noi.

"E’ una società, quella rurale del sud Egitto, che pare immutata almeno nella sua essenza culturale e sociale - spiega Carla Fausti -, anche se si ravvisano i primi cambiamenti imputabili più in generale al processo di globalizzazione e all’avvento dei nuovi media. Tuttavia i saperi e valori tradizionali si tramandano ancora da una generazione all’altra attraverso la condivisione del lavoro, l’educazione dei figli, la presenza degli anziani nell’ambito famigliare.

E’ una comunità rurale fortemente unita, il cui perno è la famiglia; condivide i medesimi valori e lo stesso modus vivendi, nelle case come nei campi, con gli stessi ritmi, le stesse modalità, la stessa attribuzione di significato. La maggior parte dei lavori è ancora praticata a mano e con mezzi rudimentali e per questo, spesso, è necessario il sostegno reciproco: la solidarietà e la socialità sono quindi valori condivisi, necessari alla sopravvivenza del singolo e della comunità".

L’amara constatazione che anche questa cultura si sta gradualmente trasformando (come è avvenuto nelle nostre valli a partire dagli anni Sessanta) è al centro dell’ultima conversazione, che chiude il documentario. Mohamed, nipote momentaneamente rientrato dall’Italia, fa visita al vecchio zio Ali che ancora caparbiamente continua a vivere nella sua casa tradizionale in mattoni crudi, mentre tutti attorno a lui costruiscono case in cemento armato. Ali fuma, ti guarda negli occhi e parla, misurando le parole e riflettendo con il giovane nipote sulla progressiva perdita di valori etici dei suoi famigliari e della sua gente.

Il film documentario è dedicato alla memoria di Ignazio Gagliardi, nato a Alessandria d'Egitto e trasferitosi in Valtrompia con la famiglia ai tempi di Nasser. Ignazio era un appassionato video-operatore di Cooperativa Arca: per molti anni ha affiancato etnografi e ricercatori, documentando il patrimonio culturale immateriale del suo territorio.

Carla Fausti ha voluto ricordarlo in questo suo primo lavoro di documentarista. L'autrice si limita a osservare quello che avviene in quel momento sotto i suoi occhi.

A volte partecipa ad alcuni momenti conviviali perché invitata dai protagonisti stessi che la sottraggono con naturalezza alle riprese. Questa licenza, forse discutibile sul piano metodologico, è però uno stratagemma per sottolineare, se ce ne fosse bisogno, come sia del tutto anacronistico credere nell’imparzialità e nell’obiettività del ricercatore, che documenta in modo tanto più efficace quanto più riesce ad entrare in empatia con la comunità che sta studiando, sia essa oltre confine, sia quella a pochi passi da casa. 

Qui sotto il video di presentazione di "Noura Saied e la vita contadina del sud Egitto".


Nelle foto, dall'alto in basso:
il logo dell'Ischia Film Festival; due sequenze tratte dal documentario; l'autrice Carla Fausti.