I cinesi e il lago d'Idro
di Aldo Vaglia

Spianare le montagne è  stata nei secoli l’aspirazione dell’uomo. Poeti e bambini sono di parere diverso: “sempre caro mi fu quest’ermo colle…” è l’incipit del poeta; favole e ricordi più belli dei bambini, hanno sempre a protagonisti boschi e montagne


Ecologisti e ambientalisti stanno dove fa più comodo; sembra, soprattutto in Italia, che siano allergici alle gallerie, alle quali preferiscono gli squarci ben visibili (alla faccia, delle Valutazioni d’impatto Ambientale).
Ma si sa che le mode colpiscono molto più l’immaginario di quanto lo possa fare una sensata discussione su costi e benefici.
E il “No alla TAV”, che può avere anche delle ragioni fondate, è tutto giocato su ideologie ed emozioni.
Poco diversa la situazione sul lago, dove ad una galleria si preferirebbe l’asportazione della montagnetta franante.

Un articolo sul Corriere della Sera di questi giorni sulla Cina, mi ha ricordato la proposta di un sostenitore del “No alla galleria di bypass”, con una trovata, che quella del famoso autista di “Porto Bello” che voleva spianare il monte Turchino (per far sparire la nebbia dalla Pianura Padana) era meno stravagante della sua: gettare il materiale della paleofrana nel Lago.
(Nessuno degli “amici della terra di Idro” ha trovato da ridire)

I Cinesi spianano le montagne per  ragioni di spazio, in un territorio vasto come quello americano vivono un miliardo e trecentomila persone.
Sono già due anni che scavano a Lanzhau per creare 78kmq di terra edificabile (alla fine dovrebbero essere 250 kmq).
Sono in totale 700 le montagne e le collinette che vengono o verranno spianate.

Secondo Li Peiyue, professore alla scuola di scienze ambientali della Chang’an, i tentativi di alterare il territorio hanno i rischi di inquinare le acque, causare valanghe e smottamenti, alluvioni oltre a mettere a rischio flora e fauna.
Come si vede lo spianare non è solo un sogno degli antichi, oggi con le tecnologie è alla portata di ogni fervente fantasia.

Già Dostoevskij nei suoi “demoni” scriveva: “per spianare le montagne, non occorre l’istruzione, basta la scienza!
Ma c’è materiale per mille anni anche senza la scienza, purchè s’instauri l’obbedienza”.

L’obbedienza può essere quella delle dittature e dei soprusi, ma può essere anche quella delle mode e della demagogia, con reali e giustificate denunce di corruzioni, che vengono però prese a pretesto per non fare.
Smettere di fare le opere perché negli appalti si annida la corruzione, ha la stessa logica di non curare i malati, perché la sanità è invasa da pratiche di spreco e di clientelismo.