Restauro di un tornio per i ragazzi dell'Ipsia gardonese
di Andrea Alesci

Giovedì 5 giugno la cerimonia di consegna al Musil di Rodengo Saiano del tornio Carlo Naef di inizio '900 restaurato da alcuni studenti di 3° B dell'istituo "C. Beretta" di Gardone


Fare con le proprie mani è soddisfazione senza eguali, perché restituisce in una forma tangibile l'invisibile tempo del lavoro.

Così è stato per alcuni ragazzi dell'Ipsia "Carlo Beretta" di Gardone Val Trompia, che in una fruttuosa esperienza di alternanza scuola/lavoro hanno operato su un tornio di inizio '900 uno studio e un restauro conservativo.

Si tratta di una prima, concreta forma di attuazione del Protocollo d'Intesa siglato tra Miur e Musil lo scorso 17 ottobre, per un'opera che domani, giovedì 5 giugno (ore 11), sarà consegnata al Musil di via del Commercio 18 a Rodengo Saiano.

Un lavoro realizzato grazie all'accordo siglato lo scorso gennaio tra Pier Paolo Poggio della Fondazione Museo dell’Industria e del Lavoro (Musil) e Mauro Zoli, preside dell'Ipsia di Gardone.

Il Musil, attraverso i numerosi materiali che conserva, si pone quale primo museo italiano dedicato all'industrializzazione come fenomeno che coinvolge l'intera società ed ha, tra le numerose finalità, quella di diffondere la conoscenza della storia della tecnica, promuovendo convenzioni con realtà culturali ed enti di varia natura, tra cui le istituzioni scolastiche. 

Il progetto dell'istituto gardonese è stato coordinato dal professor Pierluigi Ottelli e realizzato dagli studenti della 3° B, indirizzo Manutenzione e assistenza tecnica.

"I ragazzi - spiega il docente - hanno preso in carico uno dei numerosi macchinari in attesa di restauro che sono conservati presso il museo. Nel corso di diverse uscite presso il Musil di Rodengo, la scelta è ricaduta su un tornio Carlo Naef di inizio '900, utilizzato nelle lavorazioni di fabbro febbraio e proveniente dall'officina Ravera Vincenzo di Ovada (Alessandria).

Gli alunni - prosegue il prof. Ottelli - hanno effettuato un percorso che li ha condotti dall'analisi funzionale del contesto storico della macchina oggetto dell’intervento, alla pianificazione degli interventi manutentivi, per poi proseguire con smontaggio e pulitura dei componenti, valutazione di eventuali interventi tecnici necessari per il funzionamento della macchina, anche in collaborazione con aziende ed altre realtà locali (il restauro delle parti lignee è stato effettuato in collaborazione con l'ENAIP di Botticino), infine riconsegna all'ente prestatore della macchina utensile restaurata".

Un lavoro che ha consentito ai ragazzi di applicare le competenze del manutentore, mobilitando però anche saperi tecnici differenziati. E lasciando loro il buon sapore di un artigianato che è promessa di un nuovo futuro.