Il gardonese Angelo Poli premiato al Trento Film Festival
di Andrea Alesci

Il 37enne regista triumplino è stato insignito del premio speciale "Lorenzo Lucianer" per il documentario "Mezzalama. Maratona di ghiaccio" calato nel mondo dello scialpinismo


C'è un giovane regista gardonese dietro la storia che la scorsa settimana si è aggiudicata il premio speciale "Lorenzo Lucianer" per il miglior reportage televisivo al prestigioso Trento Film Festival.

E' il 37enne Angelo Poli, regista triumplino che ha legato il suo mestiere alle suggestioni dell'ambiente montano e degli sport in esso praticai. Di qui il progetto che lo ha portato a vincere il premio al festival trentino: "Mezzalama. Maratona di ghiaccio".

Prodotto dalla trentina GiUMa produzioni in collaborazione con la Fondazione Trofeo Mezzalama e la Filmcommission Valle d’Aosta, il filmato racconta la storia della famiglia Cazzanelli, famiglia di atleti (chi professionista, chi amatore), ciascuno animato dalla medesima passione per lo scialpinismo. 

Una disciplina che nelle immagini riprese da Angelo Poli è coprotagonista in quella che da tutti è considerata la gara più dura al mondo per gli "sciatori con le pelli": il Trofeo Mezzalama, ossia 45 chilometri lungo le creste aostane con 2.800 metri di dislivello positivo e 3.100 in discesa.

Una gara e una storia uniche che ci racconta proprio Angelo Poli. Quando è nata l'idea per il documentario?
L'ho realizzato per GiUMa produzioni (una neonata casa di produzione trentina), più o meno con lo stesso gruppo di lavoro e amici con cui da alcuni anni sto cercando di unire la professione del video con la passione per lo sport e la montagna, una sorta di collettivo audiovideo-montanaro.

Diversamente dai nostri lavori precedenti l'idea di "Mezzalama. Maratona di ghiaccio" non é nata da noi: è stato Mario Barberi di GiUMa produzioni che ha trovato la storia e scritto il soggetto, quindi ce l'ha proposta poco più di un anno fa. Noi abbiamo lavorato sulle pieghe della storia cercando di far affiorare più possibile l'aspetto umano, e appena conosciuti i Cazzanelli la cosa è stata molto facile.
 
Quanto sono durate le riprese?
Dopo una prima fase di scrittura abbiamo impiegato circa una settimana divisa in due tranches per realizzare la parte degli allenamenti, della preparazione alla gara, i vari stockshot e le interviste.

Poi il maltempo e il conseguente rinvio della gara hanno un po' cambiato i nostri piani. Le riprese delle gara sono state realizzate nella sola giornata del trofeo Mezzalama da due nostre troupe assieme a un gruppo di operatori-scialpinisti valdostani che GiUMa produzioni aveva predisposto per la diretta web.
 
Che cosa raccontano le storie della famiglia Cazzanelli al pubblico?
Come molte storie di montagna anche quella dei Cazzanelli ci dice che avere passione per qualcosa comporta fatica e sacrifici, ma la maggior parte delle volte porta al compimento dei propri sogni, e anche se proprio non li realizzi fino in fondo vale la pena provarci.
 
Qual è l'anima del Trofeo Mezzalama?
Credo stia soprattutto nella sua natura veramente alpinistica, di esplorazione e scoperta, e nella grande diversità delle persone che provano ad arrivare al traguardo contro il tempo e contro se stessi, o semplicemente per la gioia di esserci. Credo che rispecchi il carattere del grande scialpinista a cui é dedicato.
 
Che cosa ti è rimasto delle creste e dell'aria rarefatta di quelle montagne?
Ho un grande amore per la montagna e l'alpinismo, anche se da quando ho cominciato a realizzare video sulla montagna con una certa continuità scalo molto, molto meno, quasi niente.

Il monte Rosa sul quale si svolge la gara é un luogo veramente incredibile, anche se personalmente ho un debole per il Cervino, e da Cervinia ho buttato parecchie volte un'occhiata in su: chissà, magari un giorno riuscirò a scalarlo oppure a farmici portare da uno della famiglia Cazzanelli.

Una dedica particolare per questo premio?
Quando ho ricevuto il premio speciale al Trento Film Festival non l'ho dedicato a nessuno in particolare, ma ora mi piacerebbe dedicarlo a un amico che non c'è più, uno che mi ha contagiato con l'amore per la montagna e che mi ha insegnato tanto su come rispettarla e raccontarla agli altri: Massimo Pintossi.

Qui sotto il trailer di "Mezzalama. Maratona di ghiaccio".
 
 

Nelle foto, dall'alto in basso: tre immagini delle riprese di "Mezzalama. Maratona di ghiaccio"; uno scatto che ritrae Angelo Poli.