Il Lago e le due verità
di Aldo Vaglia

Non aggiungerò un’altra verità a quelle che già ci sono, il mio rimane un”punto di vista”.


Il 2008 è l’anno in cui si è raggiunto l’accordo tra i Comuni e la Regione Lombardia per mettere in sicurezza il Lago e i territori rivieraschi e vallivi in quanto:
1) l’attuale traversa di sbarramento ha già subito un restringimento della luce di 2 metri…causa movimento franoso…
2) la galleria denominata degli agricoltori è soggetta a crolli ed è dichiarata dal RID (registro italiano dighe) dal 22 aprile 2005 non collaudabile.
3) la sponda sinistra è interessata da una paleo frana che può generare lo sbarramento del fiume.

Questo è l’incipit dell’accordo di programma su cui si basano le scelte delle opere da approntare per dare concrete risposte ai documentati stati di fatto.

Si prevede a questo scopo una galleria che sostituisca l’attuale e che bypassi il corpo di frana, lo spostamento a monte delle paratoie lasciando la struttura vecchia a sostegno di smottamenti superficiali e la chiusura della vecchia galleria degli agricoltori non più riparabile. C’è da precisare che la nuova galleria è anche una prescrizione del RID del 2005 che così recita: “ che si debba provvedere senza ritardi alla realizzazione di un nuovo scarico di fondo che interessi formazioni stabili e che abbia una maggiore capacità di deflusso”.
 
A questa verità se ne oppone però un’altra: Regione Lombardia, secondo gli “amici della terra”, sfrutta le prescrizioni e le paure, non per mettere in sicurezza, ma per aumentare le escursioni e dare maggiore acqua agli agricoltori di quanto sia possibile senza interventi.
Da qui la contestazione alla galleria e alle paratoie.

Per la verità la certezza che il RID, non facendo le opere, mantenga l’escursione anche di 1,30 non ci può essere;  ci si potrebbe anzi trovare, costantemente, con un lago alla massima magra naturale; questo sì, vera palude, ed habitat prediletto per far deporre e maturare le uova delle zanzare.

Molte delle rivendicazioni di chi contesta le opere, sono però da tenere in dovuta considerazione.
1) L’esperienza di questi anni c’insegna che con un’escursione di 2-2, 5 metri  è possibile sia garantire i fabbisogni energetici che quelli agricoli.
2) Solo in un caso si è derogato al deflusso minimo vitale con un’escursione di soli1,30, elevando un po’ questa quota si potrebbero ottenere due risultati: una maggiore quantità di acqua, importante per aumentare la diluizione degli inquinanti, e la possibilità di non ricorrere alla savanella.

Cosa è mancato, o non ha funzionato nella comunicazione, perché le due parti siano, dopo anni, ancora così distanti e non si sia mosso un passo per un loro riavvicinamento?
Democrazia rappresentativa e democrazia diretta sono complementari, ma non sostitutive, agiscono su piani separati. L’eccessivo intervento di quella diretta fa perdere autorevolezza agli organi elettivi.
Lisciare il pelo ai movimenti rende subalterna la politica e dà sfogo ai populismi e alle demagogie.

Ma l’errore più grave è stato quello di dar credito ad avvocati che perdono le cause, a ingegneri i quali pareri non vengono accolti da tecnici “pro veritate” e ai geologi superficiali e faciloni; e con questi suggeritori entrare nel merito di discussioni tecniche  in cui non poteva che emergere una mancanza assoluta di competenze.
Il luogo del dibattere doveva rimanere quello politico.
Ci si chiede se sia ancora possibile una ricucitura. A mio parere è sempre possibile trovare accordi che vadano a vantaggio di molti e non a privilegio di pochi. Importante è non innamorarsi delle proprie idee e rimanere ad esse abbarbicati.