Cuore triumplino per la Formula Sae dell'Università
di Andrea Alesci

Anche un professore, un ricercatore e un dottorando della Valtrompia all'interno del team che guida il progetto dell'Università di Brescia per la realizzazione di una monoposto


Hanno ingranato la quinta i responsabili del progetto di Formula Sae (o Formula Student), che l'Università degli Studi di Brescia sta portando avanti dallo scorso settembre. 

Uno scatto di marca triumplina per un progetto che vede in prima fila il navense Marco Gadola (professore associato di Meccanica e dinamica del veicolo), il concesiano Stefano Uberti (ricercatore di ruolo nel corso di Meccanica del veicolo) e il cailinese Matteo Romano, dottorando in Meccanica applicata per le esercitazioni laboratoriali come Michele Cima e David Chindamo.
 
Cinque persone a rappresentare il gruppo Automazione all'interno del Dipartimento di Ingegneria meccanica attorno alla realizzazione di una monoposto da far partecipare alla Formula Sae.
 
"L'obiettivo - spiegano i responsabili - è fare ricerca, tanto che negli ultimi anni molte sono state le pubblicazioni relative alla meccanica del veicolo, attività svolta giornalmente insieme alla didattica per gli studenti, che ogni anno sono circa una ventina.
 
Già nel corso del 2013 abbiamo aperto il Kart Lab, dove gli studenti hanno possibilità di lavorare su una macchina da competizione, sviluppando una relazione tra sensazione soggettiva e valore oggettivo tramite l'acquisizione dei dati". 

Il progetto è stato presentato lo scorso mese di settembre, ma è già attivo da febbraio 2013 e - come si diceva - mira a partecipare alla Formula Sae che in Italia si è sviluppata a partire dal 200.
 
"Di fatto - dice Matteo Romano - l'Università è chiamata a disegnare, progettare e realizzare una monoposto, quindi si svolgeranno le gare tra gli studenti, con le facoltà a fare da supporto. 

L'Unversità di Brescia è una della poche in Italia ad avere un curriculum relativo al settore autoveicoli e in questo progetto ci sono una dozzina di persone al lavoro nella fase di progettazione (mediamente ogni team coinvolge dalle 30 alle 50 persone provenienti da diversi curricula).

In questi mesi invernali - prosegue il giovane dottorando triumplino - abbiamo definendo il telaio, le sospensioni, il motore. Abbiamo ottenuto già un buon riscontro sia da parte degli studenti che da parte delle aziende, con queste ultime che hanno messo a disposizione le attrezzature".
 
Un lavoro lungo un anno in una città come Brescia che, dopo Torino, è la seconda in Italia per indotto nel comparto automotive. Per un progetto che ha l'obiettivo di creare una macchina made in brescia, nata in ambiente universitario ma supportata dalle aziende.
 
"Noi siamo sempre alla ricerca di aziende che vogliano far parte del progetto - illustra il professor Marco Gadola -, perché la cosa più importante di tutte è la condivisione delle conoscenze. Lo stesso vale anche per aziende che non operano nell'automotive. 

La proficua collaborazione tra mondo dell'università e mondo del lavoro ci dice che da Ingegneria qui a Brescia in passato sono usciti tanti studenti che poi sono andati a lavorare in aziende Top. Il compito dell'università è saper creare rapporti con le aziende, trovare opportunità.

L'evento al quale ci stiamo preparando è quello di settembre 2014, però, stiamo lavorando contemporaneamente a due telai, così da prepararci anche all'evento del 2015".

Una Formula Student che in Europa si svolge da anni con gare in Ungheria, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Italia, oltre al circuito americano dove il campionato si disputa dal 1983.
 
La competizione si svolgerà poi a livelli diversi:

- progettazione dei veicoli davanti a una giuria tecnica che fornisce un'immediata valutazione

- processo di cost analisys per vagliare la possibilità economica di un'ipotetica produzione di 1.000 vetture

- prove statiche sulla sicurezza con diverse prove su pedata, roll barr, dinamica

- prove dinamiche per accelerazione fino a 70 metri, autocross (1 giro singolo con partenza da fermo per misurare la velocità) ed endurance, ossia 22 km per valutare l'efficienza del rapporto tra tempo e consumo di benzina
 
"Si tratta di un progetto molto completo - continua il professor Gadola -, un progetto che include aspetti afferenti alla meccanica, all'elettronica, al quadro gestionale per una visione globale dell'ingegneria.

La Valtrompia è certo un punto di riferimento per i nostri studenti. Con il corso di Meccanica applicata e progetti come questo vogliamo creare qualcosa di strutturale, creare rapporti di fiducia come già avviene con diverse aziende, le quali ci chiedono spesso pareri su assunzioni di studenti".

La formula Sae potrebbe rafforzare questo rapporto, anche in vista della scelta fatta da Pirelli che ha selezionato i poli universitari di Brescia, Milano e Torino per sviluppare nuove gomme in vista proprio della Formula Sae.

Qui la pagina facebook del progetto, dove poterne seguire tutti gli sviluppi.


Nelle foto, dall'alto in basso: una parte del team impegnato nel progetto; due render della monoposto; una panoramica di una precedente edizione della Formula Sae con macchine provenienti da diverse università europee.